Il cambiamento generato dall’aspettativa, dalla possibilità di raggiungere uno scopo mediante l’azione, rappresenta per Tolman un nesso fondamentale nella dinamica che lega il soggetto a se stesso e all’altro. L'aspettativa anticipatrice di ciò che ancora non c’è è definita aspettativa di cambiamento. E’ quella “variabile interveniente” del comportamento costruita nel passato, attivata nel presente e predittiva del futuro. Quando viene disconfermata o indeboilta dall’imprevedibilità degli eventi, l’aspettativa di cambiamento decade disgregando la capacità di agire della persona. Senza aspettativa di cambiamento il soggetto non sa in che direzione muoversi, e, sotto l’urgenza di un bisogno, si ritrova anche "fuori dal tempo", nel processo di "time gap". Nel presente contributo si propone una rilettura del rapporto scopo-aspettativa a partire da una medesima gestalt che vede l'aspettativa come sfondo dello scopo. In questa prospettiva viene definita l'aspettativa d'identità, un costrutto di metalivello che assume la forma di predisposizione ad accogliere, a riconoscere, a lasciare esistere.
Aspettative di cambiamento e aspettativa d'identità
BELLUARDO, Giovanni
2008-01-01
Abstract
Il cambiamento generato dall’aspettativa, dalla possibilità di raggiungere uno scopo mediante l’azione, rappresenta per Tolman un nesso fondamentale nella dinamica che lega il soggetto a se stesso e all’altro. L'aspettativa anticipatrice di ciò che ancora non c’è è definita aspettativa di cambiamento. E’ quella “variabile interveniente” del comportamento costruita nel passato, attivata nel presente e predittiva del futuro. Quando viene disconfermata o indeboilta dall’imprevedibilità degli eventi, l’aspettativa di cambiamento decade disgregando la capacità di agire della persona. Senza aspettativa di cambiamento il soggetto non sa in che direzione muoversi, e, sotto l’urgenza di un bisogno, si ritrova anche "fuori dal tempo", nel processo di "time gap". Nel presente contributo si propone una rilettura del rapporto scopo-aspettativa a partire da una medesima gestalt che vede l'aspettativa come sfondo dello scopo. In questa prospettiva viene definita l'aspettativa d'identità, un costrutto di metalivello che assume la forma di predisposizione ad accogliere, a riconoscere, a lasciare esistere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.