Lo scopo di questo volume è quello di fornire una visione d’insieme e riassumere lo stato attuale delle conoscenze sulla terapia antiaggregante nel paziente acuto con un approccio prevalentemente, ma non esclusivamente, interventistico dedicando grande spazio a tutti i temi più innovativi sviluppati da esperti che trattano ogni giorno queste patologie nel laboratorio di emodinamica e in unità coronarica. Il cardiologo emodinamista è divenuto negli anni sempre più consapevole della problematica clinica del paziente e si è affiancato al cardiologo clinico di unità coronarica nella gestione del paziente con SCA, non riducendo più il suo intervento alla sala di emodinamica e alla trombosi dello stent, ma entrando nella totale complessità del quadro clinico, dell’accesso arterioso alla scelta della terapia antiaggregante piastrinica sia a breve sia a lungo termine. L’avvento di nuovi farmaci antiaggreganti orali in tutti i pazienti con SCA, al fine di superare il limite della variabilità di risposta individuale e il conseguente rischio di trombosi, ha determinato una riduzione rilevante degli eventi avversi successivi, con un aumento limitato degli effetti collaterali emorragici laddove si applica una corretta selezione dei pazienti.
Infarto STEMI sottoposto a riperfusione con angioplastica primaria
Capranzano P
Writing – Original Draft Preparation
2016-01-01
Abstract
Lo scopo di questo volume è quello di fornire una visione d’insieme e riassumere lo stato attuale delle conoscenze sulla terapia antiaggregante nel paziente acuto con un approccio prevalentemente, ma non esclusivamente, interventistico dedicando grande spazio a tutti i temi più innovativi sviluppati da esperti che trattano ogni giorno queste patologie nel laboratorio di emodinamica e in unità coronarica. Il cardiologo emodinamista è divenuto negli anni sempre più consapevole della problematica clinica del paziente e si è affiancato al cardiologo clinico di unità coronarica nella gestione del paziente con SCA, non riducendo più il suo intervento alla sala di emodinamica e alla trombosi dello stent, ma entrando nella totale complessità del quadro clinico, dell’accesso arterioso alla scelta della terapia antiaggregante piastrinica sia a breve sia a lungo termine. L’avvento di nuovi farmaci antiaggreganti orali in tutti i pazienti con SCA, al fine di superare il limite della variabilità di risposta individuale e il conseguente rischio di trombosi, ha determinato una riduzione rilevante degli eventi avversi successivi, con un aumento limitato degli effetti collaterali emorragici laddove si applica una corretta selezione dei pazienti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.