L’articolo prende spunto da un astioso quanto originale pamphlet di Federico De Roberto intitolato Una pagina della storia dell’amore (1898), ricostruzione della tempestosa relazione tra George Sand, Alfred De Musset e Fryderyk Chopin. L’interesse costante e quasi ossessivo dello scrittore siciliano per l’autrice francese rivela un atteggiamento, non isolato per il tempo, oscillante tra misoginia e ammirazione del genio letterario. Sullo sfondo delle polemiche conseguenti alla pubblicazione di quel ritratto al vetriolo è possibile delineare alcune coordinate culturali che permettono di approfondire la natura di un diffuso antifemminismo, ma soprattutto le ragioni di un’energica polemica antiromantica e anti-idealistica. La Sand che sceglie un soprannome maschile, fuma sigari, porta i pantaloni e che familiarmente si autodefinisce un garçon manque diventa l’emblema di una visione generale che vedeva nell’emancipazione femminile una violenza dei principi naturali teorizzati dalla diffusa trattatistica erotologica dell’epoca, volta ad affermare non solo un’organica diseguaglianza tra i sessi, ma anche una diversità sancita dall’educazione e dalle leggi.

George Sand nevropatica e ribelle: un ritratto in nero di Federico De Roberto, tra misoginia e antiromanticismo

Rosario Castelli
2017-01-01

Abstract

L’articolo prende spunto da un astioso quanto originale pamphlet di Federico De Roberto intitolato Una pagina della storia dell’amore (1898), ricostruzione della tempestosa relazione tra George Sand, Alfred De Musset e Fryderyk Chopin. L’interesse costante e quasi ossessivo dello scrittore siciliano per l’autrice francese rivela un atteggiamento, non isolato per il tempo, oscillante tra misoginia e ammirazione del genio letterario. Sullo sfondo delle polemiche conseguenti alla pubblicazione di quel ritratto al vetriolo è possibile delineare alcune coordinate culturali che permettono di approfondire la natura di un diffuso antifemminismo, ma soprattutto le ragioni di un’energica polemica antiromantica e anti-idealistica. La Sand che sceglie un soprannome maschile, fuma sigari, porta i pantaloni e che familiarmente si autodefinisce un garçon manque diventa l’emblema di una visione generale che vedeva nell’emancipazione femminile una violenza dei principi naturali teorizzati dalla diffusa trattatistica erotologica dell’epoca, volta ad affermare non solo un’organica diseguaglianza tra i sessi, ma anche una diversità sancita dall’educazione e dalle leggi.
2017
978-84-16390-56-4
idealismo; biografia; misoginia; femminismo; pamphlet
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/326647
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