La crescente globalizzazione dei mercati e della produzione, l’evoluzione dei trasporti delle merci, la sempre più rapida obsolescenza dei processi industriali rendono più vulnerabili quei territori che hanno individuato nella monocultura industriale il loro unico modello di sviluppo. A partire dall’ultimo quarto del secolo scorso nei paesi ad economia evoluta si è sempre più assistito alla delocalizzazione dei processi produttivi verso i paesi in via di sviluppo caratterizzati da costi di produzione più bassi. Il risultato più evidente di questa progressiva, e tuttora in atto, dismissione è la pesante eredità in termini sociali, economici, ambientali e paesaggistici, che anni di utilizzo industriale hanno sedimentato in queste aree. Il processo è da tempo presente in quasi tutti i paesi sviluppati e ha dato luogo ad alcune sperimentazioni che hanno il merito di aver indicato percorsi metodologici e possibili strategie di rigenerazione. Al fenomeno di dismissione o sottoutilizzazione delle aree industriali non sono estranee l’Italia meridionale e la Sicilia. Il polo petrolchimico di Augusta-Siracusa, sviluppandosi lungo una fascia costiera di oltre venti chilometri, racchiude in sé caratteristiche, problematiche e opportunità che lo rendono un possibile modello da perseguire al fine di individuare una via meridionalista alla rigenerazione sostenibile delle aree urbano-industriali. La pratica del progetto di territorio assume una centrale importanza in questo processo di rigenerazione: a partire da una conoscenza adeguata alla complessità dell’oggetto di studio e dall’elaborazione di strumenti di interpretazione e valutazione essa permette di orientare le azioni per la gestione dei conflitti, di salvaguardare e implementare l’identità locale, garantendo un più incisivo impulso allo sviluppo sociale fondato sulla definizione di progetti innovativi di riuso e riqualificazione, capaci di conciliare le esigenze di tutela con quelle di un modello di sviluppo economico includente.
Scenari e tattiche per la rigenerazione urbana e territoriale del dipolo Siracusa-Augusta
Vito Martelliano
Primo
2018-01-01
Abstract
La crescente globalizzazione dei mercati e della produzione, l’evoluzione dei trasporti delle merci, la sempre più rapida obsolescenza dei processi industriali rendono più vulnerabili quei territori che hanno individuato nella monocultura industriale il loro unico modello di sviluppo. A partire dall’ultimo quarto del secolo scorso nei paesi ad economia evoluta si è sempre più assistito alla delocalizzazione dei processi produttivi verso i paesi in via di sviluppo caratterizzati da costi di produzione più bassi. Il risultato più evidente di questa progressiva, e tuttora in atto, dismissione è la pesante eredità in termini sociali, economici, ambientali e paesaggistici, che anni di utilizzo industriale hanno sedimentato in queste aree. Il processo è da tempo presente in quasi tutti i paesi sviluppati e ha dato luogo ad alcune sperimentazioni che hanno il merito di aver indicato percorsi metodologici e possibili strategie di rigenerazione. Al fenomeno di dismissione o sottoutilizzazione delle aree industriali non sono estranee l’Italia meridionale e la Sicilia. Il polo petrolchimico di Augusta-Siracusa, sviluppandosi lungo una fascia costiera di oltre venti chilometri, racchiude in sé caratteristiche, problematiche e opportunità che lo rendono un possibile modello da perseguire al fine di individuare una via meridionalista alla rigenerazione sostenibile delle aree urbano-industriali. La pratica del progetto di territorio assume una centrale importanza in questo processo di rigenerazione: a partire da una conoscenza adeguata alla complessità dell’oggetto di studio e dall’elaborazione di strumenti di interpretazione e valutazione essa permette di orientare le azioni per la gestione dei conflitti, di salvaguardare e implementare l’identità locale, garantendo un più incisivo impulso allo sviluppo sociale fondato sulla definizione di progetti innovativi di riuso e riqualificazione, capaci di conciliare le esigenze di tutela con quelle di un modello di sviluppo economico includente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.