Scopo del saggio è illustrare la presenza di Kant nella filosofia politica contemporanea. Scegliamo di concentrarsi su tre campi in cui l’influenza di Kant, o del Kant così come lo si è inteso, appare al tempo stesso vasta e foriera di sviluppi interessanti. Il primo campo, piuttosto scontato, riguarda il contributo che Kant dà, tramite Rawls, alla rinascita della filosofia politica stessa agli inizi degli anni settanta, dopo decenni di stritolamento tra una riduzione di stampo utilitarista all’economia politica (il problema della giustizia ridotto a quello della massimizzazione del bene per una società) e una riduzione diversa, di stampo analitico, all’analisi del linguaggio normativo. Chiedersi cioè non qual sia una società giusta o cos’è la giustizia, ma solo cosa intendiamo quando usiamo espressioni quale “giusto” o “sbagliato” ecc. Il secondo campo su cui dirò qualcosa riguarda l’influenza di Kant sulla filosofia dei diritti umani, un pezzo di filosofia politica contemporanea in crescente espansione e sempre più à la page. Qui tenterò di mostrare come gli studiosi contemporanei stiano tornando a Kant non attraverso Rawls, come nel primo caso, ma contro Rawls, in particolare contro la sua interpretazione politica dei diritti umani. Il terzo campo riguarda il peso dell’eredità kantiana per le teorie della pace contemporanee. Qui l’influenza di Kant, o meglio di un Kant rivisto e interpretato non sempre felicemente, ha dato il via ad un programma di ricerca, dominante nelle scienze sociali per quantità di attenzione attratta e produzione scientifica accumulata, noto come pace democratica o liberale. Si parla quindi di un’influenza che trascende i confini della filosofia politica per toccare le relazioni internazionali e la scienza politica in genere.

Kant e la filosofia politica oggi

Luigi Caranti
2017-01-01

Abstract

Scopo del saggio è illustrare la presenza di Kant nella filosofia politica contemporanea. Scegliamo di concentrarsi su tre campi in cui l’influenza di Kant, o del Kant così come lo si è inteso, appare al tempo stesso vasta e foriera di sviluppi interessanti. Il primo campo, piuttosto scontato, riguarda il contributo che Kant dà, tramite Rawls, alla rinascita della filosofia politica stessa agli inizi degli anni settanta, dopo decenni di stritolamento tra una riduzione di stampo utilitarista all’economia politica (il problema della giustizia ridotto a quello della massimizzazione del bene per una società) e una riduzione diversa, di stampo analitico, all’analisi del linguaggio normativo. Chiedersi cioè non qual sia una società giusta o cos’è la giustizia, ma solo cosa intendiamo quando usiamo espressioni quale “giusto” o “sbagliato” ecc. Il secondo campo su cui dirò qualcosa riguarda l’influenza di Kant sulla filosofia dei diritti umani, un pezzo di filosofia politica contemporanea in crescente espansione e sempre più à la page. Qui tenterò di mostrare come gli studiosi contemporanei stiano tornando a Kant non attraverso Rawls, come nel primo caso, ma contro Rawls, in particolare contro la sua interpretazione politica dei diritti umani. Il terzo campo riguarda il peso dell’eredità kantiana per le teorie della pace contemporanee. Qui l’influenza di Kant, o meglio di un Kant rivisto e interpretato non sempre felicemente, ha dato il via ad un programma di ricerca, dominante nelle scienze sociali per quantità di attenzione attratta e produzione scientifica accumulata, noto come pace democratica o liberale. Si parla quindi di un’influenza che trascende i confini della filosofia politica per toccare le relazioni internazionali e la scienza politica in genere.
2017
9788846750723
Kant, diritti umani, pace democratica
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