L’articolo si concentra su uno dei tratti linguistico-formali più personali – rispetto al suo contesto storico – nella musica di Luigi Boccherini: la circolazione di materiale musicale riconoscibile (da cellule tematiche sotterranee, a interi pannelli testualmente ripresentati) entro diversi movimenti di uno stesso lavoro, ovvero tra entità tematico-formali in via di principio autonome. Per definire il fenomeno, gli studiosi hanno fatto da sempre ricorso a un termine posteriore e storicamente incongruo al tempo di Boccherini: quello di ‘forma ciclica’, legata all’ottocentesco travaso in ambito strumentale di tecniche leitmotiviche. Nel proporre per la prima volta un censimento complete delle occorrenze nella produzione di Boccherini, il contributo prova da un lato a mostrare la varietà delle soluzioni ‘cicliche’, solo in parte collegabili a un concetto di semplice re-iterazione, giacché anche in casi di ripetizione testuale di grandi segmenti e di assenza di trasformazioni tematiche profonde può generarsi, nell’arco dell’intero lavoro, una meta-forma di ordine superiore a quello dei singoli movimenti; dall’altro, offre un tentativo di leggere tale soluzione in una chiave narratologica, avvalorata dalla ricezione critica della musica di Boccherini e da alcune parentele con la ricomparsa di pannelli su un tempo drammatico-musicale ad ampio arco nell’opera riformata. Il concetto proposto sin nel titolo, in particolare, è assunto dalle teorie del narrato logo Seymour Chatman, e prova a conciliare il fondo re-iterativo della soluzione e le strategie di lunga gittata che essa sottende.
Boccherini e la ‘forma ciclica’ come processo narratologico ‘singolativo-multiplo’: una proposta analitica
Mastropietro
2017-01-01
Abstract
L’articolo si concentra su uno dei tratti linguistico-formali più personali – rispetto al suo contesto storico – nella musica di Luigi Boccherini: la circolazione di materiale musicale riconoscibile (da cellule tematiche sotterranee, a interi pannelli testualmente ripresentati) entro diversi movimenti di uno stesso lavoro, ovvero tra entità tematico-formali in via di principio autonome. Per definire il fenomeno, gli studiosi hanno fatto da sempre ricorso a un termine posteriore e storicamente incongruo al tempo di Boccherini: quello di ‘forma ciclica’, legata all’ottocentesco travaso in ambito strumentale di tecniche leitmotiviche. Nel proporre per la prima volta un censimento complete delle occorrenze nella produzione di Boccherini, il contributo prova da un lato a mostrare la varietà delle soluzioni ‘cicliche’, solo in parte collegabili a un concetto di semplice re-iterazione, giacché anche in casi di ripetizione testuale di grandi segmenti e di assenza di trasformazioni tematiche profonde può generarsi, nell’arco dell’intero lavoro, una meta-forma di ordine superiore a quello dei singoli movimenti; dall’altro, offre un tentativo di leggere tale soluzione in una chiave narratologica, avvalorata dalla ricezione critica della musica di Boccherini e da alcune parentele con la ricomparsa di pannelli su un tempo drammatico-musicale ad ampio arco nell’opera riformata. Il concetto proposto sin nel titolo, in particolare, è assunto dalle teorie del narrato logo Seymour Chatman, e prova a conciliare il fondo re-iterativo della soluzione e le strategie di lunga gittata che essa sottende.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.