Dall’esegesi condottta da Gregorio Magno al libro di Giobbe si può evincere un’accezione di loquacitas la cui rappresentazione biblica è legata per il Pontefice alla qualificazione del proferire degli eretici rappresentati dagli “amici “ di Giobbe. Nello sviluppo interpretativo di Gregorio concorrono le strutture retoriche della tradizione classica attraverso le quali conduce l’analisi etimologica degli amici di Gobbe e organizza l’apparato ermeneutico degli innesti biblici; l’assimilazione della più qualificata tradizione ecclesiastica e la dimensione della sua formazione culturale fondata sui classici.
Le rappresentazioni esegetiche della loquacitas nei Moralia in Job
Giordano Lisania
2019-01-01
Abstract
Dall’esegesi condottta da Gregorio Magno al libro di Giobbe si può evincere un’accezione di loquacitas la cui rappresentazione biblica è legata per il Pontefice alla qualificazione del proferire degli eretici rappresentati dagli “amici “ di Giobbe. Nello sviluppo interpretativo di Gregorio concorrono le strutture retoriche della tradizione classica attraverso le quali conduce l’analisi etimologica degli amici di Gobbe e organizza l’apparato ermeneutico degli innesti biblici; l’assimilazione della più qualificata tradizione ecclesiastica e la dimensione della sua formazione culturale fondata sui classici.File in questo prodotto:
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