Introduzione Tra le artroprotesi d’anca quelle metallo-polietilene sono le più diffuse. L’usura della protesi rilascia detriti nel tessuto circostante dando inizio ad osteolisi, infiammazione e fallimento protesico. Scopo dello studio è determinare la presenza di particelle di polietilene nella sinovia e nel tessuto periprotesico di pazienti protesizzati e sviluppare una diagnostica precoce del fallimento della protesi mediante l’applicazione di un metodo brevettato. Materiali e metodi Le indagini si sono svolte su campioni di tessuto periprotesico e di sinovia di due pazienti: il Caso è un portatore di artroprotesi; il Controllo è un paziente sottoposto per la prima volta all’impianto. Il metodo applicato nello studio è stato protetto a livello nazionale e internazionale. Il codice della richiesta presentata di estensione del brevetto internazionale in diversi paesi del mondo è PCT / IB2019 / 051838 del 7 marzo 2019, abbinato al brevetto italiano numero 102018000003337 del 7 marzo 2018. Brevemente, il campione è stato mineralizzato, poi è seguita la sedimentazione delle particelle (ρ>1) e la loro dispersione su stub. Infine, l’identificazione, il conteggio e misurazione dei diametri delle particelle è stata effettuata mediante SEM-EDXI risultati sono stati valutati attraverso analisi descrittiva. Risultati L’analisi dei campioni del Caso ha evidenziato la presenza di particelle di polietilene di diametro variabile da 10 μm a 3 mm con percentuale media di carbonio del 95.1% nella sinovia e particelle di diametro da 0,8 μm a 7 μm. Tutte le particelle presentano curvature irregolari dei bordi e struttura dall’aspetto compatto. Inoltre, nel tessuto, è stata osservata l’abbondante presenza di frammenti ossei con struttura spugnosa ed elevata percentuale anche di calcio e fosforo. Nei campioni del Controllo non è stata evidenziata la presenza né di particelle di polietilene né di frammenti ossei. Le analisi evidenziano la presenza di microparticelle nei campioni del Caso e la loro totale assenza nel Controllo. Le dimensioni inferiori delle particelle nel tessuto periprotesico fanno supporre che i detriti più piccoli possano attraversare le membrane tissutali. Invece, le particelle maggiori vengono concentrate nella sinovia. La presenza di frammenti ossei nel tessuto del Caso conferma l’avviato processo osteolitico. Conclusioni La matrice sinoviale è risultata più facile da analizzare; l’elevato numero di particelle e la loro maggiore dimensione permette di ottenere risultati affidabili. Si ritiene che sia possibile utilizzare la sola indagine sinoviale per ottenere indirettamente informazioni circa l’integrità della protesi riducendo pertanto l’invasività della procedura e fornendo innovativi ed efficienti metodi di prevenzione terziaria.
Studio pilota rivolto allo sviluppo di un nuovo metodo diagnostico per la prevenzione dell’usura di artroprotesi d’anca
P. ZUCCARELLO;M. FERRANTE;A. CRISTALDI;L. COSTARELLA;G. SESSA;G. M. OLIVERI CONTI
2019-01-01
Abstract
Introduzione Tra le artroprotesi d’anca quelle metallo-polietilene sono le più diffuse. L’usura della protesi rilascia detriti nel tessuto circostante dando inizio ad osteolisi, infiammazione e fallimento protesico. Scopo dello studio è determinare la presenza di particelle di polietilene nella sinovia e nel tessuto periprotesico di pazienti protesizzati e sviluppare una diagnostica precoce del fallimento della protesi mediante l’applicazione di un metodo brevettato. Materiali e metodi Le indagini si sono svolte su campioni di tessuto periprotesico e di sinovia di due pazienti: il Caso è un portatore di artroprotesi; il Controllo è un paziente sottoposto per la prima volta all’impianto. Il metodo applicato nello studio è stato protetto a livello nazionale e internazionale. Il codice della richiesta presentata di estensione del brevetto internazionale in diversi paesi del mondo è PCT / IB2019 / 051838 del 7 marzo 2019, abbinato al brevetto italiano numero 102018000003337 del 7 marzo 2018. Brevemente, il campione è stato mineralizzato, poi è seguita la sedimentazione delle particelle (ρ>1) e la loro dispersione su stub. Infine, l’identificazione, il conteggio e misurazione dei diametri delle particelle è stata effettuata mediante SEM-EDXI risultati sono stati valutati attraverso analisi descrittiva. Risultati L’analisi dei campioni del Caso ha evidenziato la presenza di particelle di polietilene di diametro variabile da 10 μm a 3 mm con percentuale media di carbonio del 95.1% nella sinovia e particelle di diametro da 0,8 μm a 7 μm. Tutte le particelle presentano curvature irregolari dei bordi e struttura dall’aspetto compatto. Inoltre, nel tessuto, è stata osservata l’abbondante presenza di frammenti ossei con struttura spugnosa ed elevata percentuale anche di calcio e fosforo. Nei campioni del Controllo non è stata evidenziata la presenza né di particelle di polietilene né di frammenti ossei. Le analisi evidenziano la presenza di microparticelle nei campioni del Caso e la loro totale assenza nel Controllo. Le dimensioni inferiori delle particelle nel tessuto periprotesico fanno supporre che i detriti più piccoli possano attraversare le membrane tissutali. Invece, le particelle maggiori vengono concentrate nella sinovia. La presenza di frammenti ossei nel tessuto del Caso conferma l’avviato processo osteolitico. Conclusioni La matrice sinoviale è risultata più facile da analizzare; l’elevato numero di particelle e la loro maggiore dimensione permette di ottenere risultati affidabili. Si ritiene che sia possibile utilizzare la sola indagine sinoviale per ottenere indirettamente informazioni circa l’integrità della protesi riducendo pertanto l’invasività della procedura e fornendo innovativi ed efficienti metodi di prevenzione terziaria.File | Dimensione | Formato | |
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