L’essenziale carattere dei luoghi di cui è permeato il paesaggio del fiume Alcantara ha origine non solo da quelli che sono gli aspetti più propriamente naturali che lo contraddistinguono, ma anche dalla relazione tra tali segni e l’intervento dell’uomo nel momento in cui abita il territorio del fiume. Il termine abitare è qui inteso secondo un’accezione più ampia, acquista un valore filosofico per cui la dimora non è solo la costruzione materiale in cui l’uomo soggiorna, ma è il luogo che abita. In tale accezione, un ponte, una strada, una centrale elettrica o una diga, entrano a far parte della sfera dell’abitare. Il modo con cui la relazione avviene è legato sia alle potenzialità che genera la presenza di un corso d'acqua limitrofo ad un centro abitato e quindi all’energia, alla forza generatrice che fluisce dallo scorrere continuo di tale elemento naturale - mulini, centrali idroelettriche, cartiere industriali contribuiscono unitamente al consolidato contesto rurale a definire le tracce antropiche sul paesaggio naturale; sia alla volontà dell’uomo di scrutare, ammirare, percorrere, esplorare, entrare dentro il paesaggio del fiume sino a, ove possibile, toccarlo. Mantenere il continuo contatto fisico e visivo con il corso d’acqua permette di conservare l’intenso dialogo tra l’essenza del paesaggio e l’uomo che lo abita e di costruire quindi l’identità del luogo. Attraverso l’azione del costruire, qualunque sia la dimensione dell’architettura che ne deriva o qualunque sia la sua funzione, l’uomo si impadronisce di frammenti di paesaggio. Strutture puntuali aggettanti e collocate in sommità permettono di creare punti di vista privilegiati per percepire la totalità del paesaggio; percorsi continui che si spiegano lungo la traccia del fiume o che lo percorrono trasversalmente permettono invece di esplorarlo. Uno stato d’animo ricettivo trasforma il cammino in una parabola conoscitiva attraverso cui più si percorre, più si abita e più si conosce. Il tracciato, in tal caso, è costituito da linee, segmenti che seguono strategie privilegiate di percezione, orientamento e velocità di percorrenza ne guidano il grado di intensità; infine l’accostamento diretto all’elemento naturale per enfatizzarne la forza. Percepire il territorio del fiume significa accostarsi ad esso attraverso un atteggiamento che si inserisce tra la sorpresa e la graduale scoperta dei luoghi. L’atto dell’abitare si traduce in interventi che entrano all’interno del paesaggio, rafforzando l’idea del territorio protagonista rispetto al fiume; in interventi in cui il rapporto liminare tra terra e acqua è più visibile e protagonista diviene la linea di separazione tra i due ambiti o infine, in interventi attraverso cui addentrasi nell’elemento naturale.

Abitare il fiume

Nicolosi Grazia Maria
2014-01-01

Abstract

L’essenziale carattere dei luoghi di cui è permeato il paesaggio del fiume Alcantara ha origine non solo da quelli che sono gli aspetti più propriamente naturali che lo contraddistinguono, ma anche dalla relazione tra tali segni e l’intervento dell’uomo nel momento in cui abita il territorio del fiume. Il termine abitare è qui inteso secondo un’accezione più ampia, acquista un valore filosofico per cui la dimora non è solo la costruzione materiale in cui l’uomo soggiorna, ma è il luogo che abita. In tale accezione, un ponte, una strada, una centrale elettrica o una diga, entrano a far parte della sfera dell’abitare. Il modo con cui la relazione avviene è legato sia alle potenzialità che genera la presenza di un corso d'acqua limitrofo ad un centro abitato e quindi all’energia, alla forza generatrice che fluisce dallo scorrere continuo di tale elemento naturale - mulini, centrali idroelettriche, cartiere industriali contribuiscono unitamente al consolidato contesto rurale a definire le tracce antropiche sul paesaggio naturale; sia alla volontà dell’uomo di scrutare, ammirare, percorrere, esplorare, entrare dentro il paesaggio del fiume sino a, ove possibile, toccarlo. Mantenere il continuo contatto fisico e visivo con il corso d’acqua permette di conservare l’intenso dialogo tra l’essenza del paesaggio e l’uomo che lo abita e di costruire quindi l’identità del luogo. Attraverso l’azione del costruire, qualunque sia la dimensione dell’architettura che ne deriva o qualunque sia la sua funzione, l’uomo si impadronisce di frammenti di paesaggio. Strutture puntuali aggettanti e collocate in sommità permettono di creare punti di vista privilegiati per percepire la totalità del paesaggio; percorsi continui che si spiegano lungo la traccia del fiume o che lo percorrono trasversalmente permettono invece di esplorarlo. Uno stato d’animo ricettivo trasforma il cammino in una parabola conoscitiva attraverso cui più si percorre, più si abita e più si conosce. Il tracciato, in tal caso, è costituito da linee, segmenti che seguono strategie privilegiate di percezione, orientamento e velocità di percorrenza ne guidano il grado di intensità; infine l’accostamento diretto all’elemento naturale per enfatizzarne la forza. Percepire il territorio del fiume significa accostarsi ad esso attraverso un atteggiamento che si inserisce tra la sorpresa e la graduale scoperta dei luoghi. L’atto dell’abitare si traduce in interventi che entrano all’interno del paesaggio, rafforzando l’idea del territorio protagonista rispetto al fiume; in interventi in cui il rapporto liminare tra terra e acqua è più visibile e protagonista diviene la linea di separazione tra i due ambiti o infine, in interventi attraverso cui addentrasi nell’elemento naturale.
2014
9788838762932
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/389552
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