Sigmund Freud è stato roso dal “verme del viaggio”, specialmente dal desiderio di visitare Roma. Tra l’amore di Freud per l’Italia e la scoperta della psicoanalisi vige uno stretto rapporto di interdipendenza. L’Italia fu, per il primo analista, l’Altra Scena sulla quale rappresentare fantasmaticamente la sua vicenda edipica: un’autentica storia d’amore contrappuntata da circa venti viaggi. Ciò che Freud andrà a cercare in Italia seguendo un itinerario quasi compulsivo è, sia la traccia delle sue identificazioni paterne (sulla scia di Annibale e di Goethe tra gli altri), sia il luogo e le immagini di una enigmatica femminilità che lo porterà alla contemplazione estatica non solo delle Veneri e delle Madonne dei grandi maestri italiani, ma anche delle più dimesse statuine arcaiche sicule. Importa infatti ricordare che le tappe meridionali di questi viaggi non sono meno investite rispetto a quelle romane, se Freud sentì il bisogno non più prorogabile di una puntata in Sicilia prima di un ultimo passaggio per Roma nel 1913. Dopo le rovine di Pompei e Paestum visitate nel 1902 e che sicuramente stimolano l’interesse per la Gradiva, Freud si spingerà nel 1910 in Sicilia, accompagnato da Sandor Ferenczi. Questo viaggio fu tempestoso per il giovane discepolo che impetrava l’amore del Maître e che questi, memore della sua antica passione per Fliess, drasticamente gli rifiutò. Ma Freud cosa cercava in Sicilia: a Palermo, Castelvetrano, Siracusa?

1910. I templi di Freud

ROSALBA GALVAGNO
2018-01-01

Abstract

Sigmund Freud è stato roso dal “verme del viaggio”, specialmente dal desiderio di visitare Roma. Tra l’amore di Freud per l’Italia e la scoperta della psicoanalisi vige uno stretto rapporto di interdipendenza. L’Italia fu, per il primo analista, l’Altra Scena sulla quale rappresentare fantasmaticamente la sua vicenda edipica: un’autentica storia d’amore contrappuntata da circa venti viaggi. Ciò che Freud andrà a cercare in Italia seguendo un itinerario quasi compulsivo è, sia la traccia delle sue identificazioni paterne (sulla scia di Annibale e di Goethe tra gli altri), sia il luogo e le immagini di una enigmatica femminilità che lo porterà alla contemplazione estatica non solo delle Veneri e delle Madonne dei grandi maestri italiani, ma anche delle più dimesse statuine arcaiche sicule. Importa infatti ricordare che le tappe meridionali di questi viaggi non sono meno investite rispetto a quelle romane, se Freud sentì il bisogno non più prorogabile di una puntata in Sicilia prima di un ultimo passaggio per Roma nel 1913. Dopo le rovine di Pompei e Paestum visitate nel 1902 e che sicuramente stimolano l’interesse per la Gradiva, Freud si spingerà nel 1910 in Sicilia, accompagnato da Sandor Ferenczi. Questo viaggio fu tempestoso per il giovane discepolo che impetrava l’amore del Maître e che questi, memore della sua antica passione per Fliess, drasticamente gli rifiutò. Ma Freud cosa cercava in Sicilia: a Palermo, Castelvetrano, Siracusa?
2018
978-88-581-3327-9
Freud, Viaggio, Magna Grecia, Archeologia, Psicoanalisi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/407925
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