Il contributo è incentrato sullo studio svolto per la Casa Municipale di Crevalcore (Bologna), danneggiata dal terremoto del maggio 2012. Il lavoro è parte di una più ampia ricerca avviata all’indomani dell’evento sismico sull’intero centro storico con l’obiettivo di individuare – seppur nella situazione di danno esibita dal tessuto edilizio – le vulnerabilità ricorrenti nel costruito murario. In questo quadro, il palazzo municipale – posto a testata di un aggregato edilizio di cui occupa circa metà della superficie – è stato selezionato tra gli edifici speciali da analizzare in dettaglio per definire possibili criteri progettuali finalizzati contestualmente alla sicurezza e alla conservazione. La memoria illustra la metodologia utilizzata per la conoscenza dell’edificio – che rimanda anche al confronto con quella proposta dalle Linee Guida ministeriali del 2011 – fino agli esiti delle analisi eseguite, dalle quali derivano le scelte progettuali. L’approccio proposto si basa su una metodologia già sperimentata in diverse occasioni di studio di edifici murari storici, che articola il processo progettuale in tre momenti fondamentali strettamente connessi: la conoscenza, l’interpretazione, l’intervento. Lo strumento di indagine principale è un particolare tipo di rilievo in cui i dati provenienti dalle analisi dirette (geometria, danneggiamento sismico, tecnica costruttiva) e dalle indagini indirette (ricerca storico-archivistica) sono intrecciati allo scopo di pervenire alla lettura interpretativa. Questo strumento – qui denominato “rilievo critico” – consente la lettura contemporanea dei dati sincronici provenienti dalla lettura diretta della fabbrica e dei dati diacronici provenienti dalla ricerca storica. In questo modo è possibile eseguire una lettura dell’assetto attuale dell’edificio attraverso più livelli di informazione. Questo, favorisce l’individuazione delle situazioni di precarietà costruttiva con la distinzione delle tracce riferibili a intrinseci difetti della tecnica costruttiva locale da quelle attribuibili a caratteristiche delle modalità edificatorie e di trasformazione della tecnica muraria storica. La metodologia presentata ha come esito il riconoscimento dei punti di forza e delle effettive necessità dell’organismo strutturale e la successiva, conseguente definizione dei criteri di intervento. I risultati dell’analisi conoscitiva condotta – favorita in questo caso anche dalle condizioni di danno prodotte dal sisma – ricostruiscono la genesi costruttiva del palazzo derivante da un processo di trasformazione condotto mediante l’inclusione e il riuso degli edifici preesistenti diversi tra loro per dimensione, tipologia e destinazione d’uso. Tale ricostruzione della storia della modificazione di una porzione di tessuto antico della città, affiancata dalla puntuale disamina delle situazioni di danno sismico e di vulnerabilità, costituisce premessa e fondamento della proposta progettuale. Quest’ultima è avanzata a partire dalla ricerca di una nuova destinazione d’uso pubblica compatibile con la natura dell’edificio e con le istanze conservative e risponde alle debolezze rilevate seguendo il principio del “minimo intervento”, prendendo in adeguata considerazione le risorse intrinseche della configurazione muraria del palazzo. La memoria ha, dunque, l’obiettivo di fornire un quadro complessivo della sperimentazione condotta che assume significato come esemplificazione dell’intero processo progettuale da realizzare in presenza di un edificio murario storico danneggiato dal terremoto.

Il progetto di restauro post-sismico della Casa municipale di Crevalcore (BO). Dalla conoscenza alla definizione degli interventi di restauro e ricostruzione

Circo C.
;
2017-01-01

Abstract

Il contributo è incentrato sullo studio svolto per la Casa Municipale di Crevalcore (Bologna), danneggiata dal terremoto del maggio 2012. Il lavoro è parte di una più ampia ricerca avviata all’indomani dell’evento sismico sull’intero centro storico con l’obiettivo di individuare – seppur nella situazione di danno esibita dal tessuto edilizio – le vulnerabilità ricorrenti nel costruito murario. In questo quadro, il palazzo municipale – posto a testata di un aggregato edilizio di cui occupa circa metà della superficie – è stato selezionato tra gli edifici speciali da analizzare in dettaglio per definire possibili criteri progettuali finalizzati contestualmente alla sicurezza e alla conservazione. La memoria illustra la metodologia utilizzata per la conoscenza dell’edificio – che rimanda anche al confronto con quella proposta dalle Linee Guida ministeriali del 2011 – fino agli esiti delle analisi eseguite, dalle quali derivano le scelte progettuali. L’approccio proposto si basa su una metodologia già sperimentata in diverse occasioni di studio di edifici murari storici, che articola il processo progettuale in tre momenti fondamentali strettamente connessi: la conoscenza, l’interpretazione, l’intervento. Lo strumento di indagine principale è un particolare tipo di rilievo in cui i dati provenienti dalle analisi dirette (geometria, danneggiamento sismico, tecnica costruttiva) e dalle indagini indirette (ricerca storico-archivistica) sono intrecciati allo scopo di pervenire alla lettura interpretativa. Questo strumento – qui denominato “rilievo critico” – consente la lettura contemporanea dei dati sincronici provenienti dalla lettura diretta della fabbrica e dei dati diacronici provenienti dalla ricerca storica. In questo modo è possibile eseguire una lettura dell’assetto attuale dell’edificio attraverso più livelli di informazione. Questo, favorisce l’individuazione delle situazioni di precarietà costruttiva con la distinzione delle tracce riferibili a intrinseci difetti della tecnica costruttiva locale da quelle attribuibili a caratteristiche delle modalità edificatorie e di trasformazione della tecnica muraria storica. La metodologia presentata ha come esito il riconoscimento dei punti di forza e delle effettive necessità dell’organismo strutturale e la successiva, conseguente definizione dei criteri di intervento. I risultati dell’analisi conoscitiva condotta – favorita in questo caso anche dalle condizioni di danno prodotte dal sisma – ricostruiscono la genesi costruttiva del palazzo derivante da un processo di trasformazione condotto mediante l’inclusione e il riuso degli edifici preesistenti diversi tra loro per dimensione, tipologia e destinazione d’uso. Tale ricostruzione della storia della modificazione di una porzione di tessuto antico della città, affiancata dalla puntuale disamina delle situazioni di danno sismico e di vulnerabilità, costituisce premessa e fondamento della proposta progettuale. Quest’ultima è avanzata a partire dalla ricerca di una nuova destinazione d’uso pubblica compatibile con la natura dell’edificio e con le istanze conservative e risponde alle debolezze rilevate seguendo il principio del “minimo intervento”, prendendo in adeguata considerazione le risorse intrinseche della configurazione muraria del palazzo. La memoria ha, dunque, l’obiettivo di fornire un quadro complessivo della sperimentazione condotta che assume significato come esemplificazione dell’intero processo progettuale da realizzare in presenza di un edificio murario storico danneggiato dal terremoto.
2017
978-88-7140-764-7
architettura storica, ricerca storica, rilievo diretto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/408062
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