Il porto di Augusta si contraddistingue per il numero di fortificazioni spagnole (XVI secolo) che insistono in diversi punti della costa e che avrebbero dovuto garantire la difesa della vastissima rada. L’intento progettuale era quello di costruire un quadrilatero difensivo che prevenisse eventuali attacchi provenienti dal mare e dalla terraferma, così composto: il castello di Augusta, il fortilizio Garcia e Vittoria, la Torre Avalos ed un quarto forte – mai eseguito – in prossimità della penisola di Magnisi. Tra questi baluardi ve ne sono due che sono stati edificati su una secca a breve distanza dalla costa, ma che originariamente erano stati progettati come un unico complesso fortificatorio: i Forti Garcia e Vittoria, realizzati per volontà del vicerè Don Garcia de Toledo ed intitolati a sé ed alla consorte. La decisione di costruire, per ragioni economiche, due fabbriche distinte non ha impedito di idearle in modo tale da consentire una difesa adeguata. Sul perimetro irregolare della secca sono stati realizzati due fortilizi contigui, ma separati. In essi sono state predisposte solo batterie in barbetta. L’accesso dell’uno viene difeso dal tiro effettuato dall’altro forte, mentre un coordinamento delle loro geometrie garantisce il reciproco fiancheggiamento di tutte le facce dei due forti. È inoltre possibile una difesa del braccio di mare adiacente a 360° gradi grazie al tiro incrociato dei due forti e dei restanti baluardi della costa (Torre Avalos ed il Castello). A differenza del Forte Vittoria, rimaneggiato soprattutto nella parte superiore, il Forte Garcia rimane intatto a testimonianza di altre due inconsuete scelte progettuali: l’assenza di batterie in casamatta e i due spalti disposti a quote differenti, con alcune postazioni di tiro orientate verso la terraferma a ovest e con un doppio ordine di bocche da fuoco rivolte a sud-est per fronteggiare gli attacchi – avvenuti di rado - provenienti dal mare.

La difesa "partecipata" di Augusta e dei suoi dintorni.

Eugenio Magnano di San Lio
2018-01-01

Abstract

Il porto di Augusta si contraddistingue per il numero di fortificazioni spagnole (XVI secolo) che insistono in diversi punti della costa e che avrebbero dovuto garantire la difesa della vastissima rada. L’intento progettuale era quello di costruire un quadrilatero difensivo che prevenisse eventuali attacchi provenienti dal mare e dalla terraferma, così composto: il castello di Augusta, il fortilizio Garcia e Vittoria, la Torre Avalos ed un quarto forte – mai eseguito – in prossimità della penisola di Magnisi. Tra questi baluardi ve ne sono due che sono stati edificati su una secca a breve distanza dalla costa, ma che originariamente erano stati progettati come un unico complesso fortificatorio: i Forti Garcia e Vittoria, realizzati per volontà del vicerè Don Garcia de Toledo ed intitolati a sé ed alla consorte. La decisione di costruire, per ragioni economiche, due fabbriche distinte non ha impedito di idearle in modo tale da consentire una difesa adeguata. Sul perimetro irregolare della secca sono stati realizzati due fortilizi contigui, ma separati. In essi sono state predisposte solo batterie in barbetta. L’accesso dell’uno viene difeso dal tiro effettuato dall’altro forte, mentre un coordinamento delle loro geometrie garantisce il reciproco fiancheggiamento di tutte le facce dei due forti. È inoltre possibile una difesa del braccio di mare adiacente a 360° gradi grazie al tiro incrociato dei due forti e dei restanti baluardi della costa (Torre Avalos ed il Castello). A differenza del Forte Vittoria, rimaneggiato soprattutto nella parte superiore, il Forte Garcia rimane intatto a testimonianza di altre due inconsuete scelte progettuali: l’assenza di batterie in casamatta e i due spalti disposti a quote differenti, con alcune postazioni di tiro orientate verso la terraferma a ovest e con un doppio ordine di bocche da fuoco rivolte a sud-est per fronteggiare gli attacchi – avvenuti di rado - provenienti dal mare.
2018
978-88-85745-10-0
Porto, fortificazioni, difesa, artiglieria, forte.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/481859
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