Il pretesto per queste riflessioni è il film The square del regista svedese Ruben Östlund, Palma d’oro a Cannes nel 2017. L’opera di Östlund è caratterizzata dallo sconfinamento, sia nell’accezione positiva che negativa del termine. The square è stato definito infatti dalla critica come un film sullo squilibrio sociale e culturale dell’epoca contemporanea, che altro non è che una delle forme di sconfinamento nella sua accezione negativa. Se lo squilibrio è sia il tema che il carattere del film è anche vero che sono molteplici gli spunti di riflessione che offre quest’opera come i continui passaggi da un territorio all’altro della conoscenza e dello spirito umano. L’analisi di The square dal punto di vista del significato che assume il limite in architettura mette in evidenza le opportunità che può offrire lo sconfinamento ma anche gli svantaggi e/o i danni che possono scaturire dallo sconfinare. Attraversare i limiti o oltrepassare i limiti sono infatti azioni solo apparentemente sinonimiche mentre invece definiscono due atteggiamenti assai diversi tra loro: sono quasi un’antinomia. Gli sconfinamenti al quadrato riflettono pertanto sull’amplificazione sia in negativo che in positivo del passaggio dei limiti. Come accade nel film gli sconfinamenti spaziali – in particolare l’attraversamento dei limiti del quadrato – implicano sconfinamenti temporali e viceversa. Dove il viceversa non è automatico ma piuttosto segna la dimensione dello sconfinamento. Quando il tornare indietro non è più possibile, quasi paradossalmente, ogni possibilità è verosimile: il dubbio, la contaminazione, la sostituzione, la de-costruzione, la ri-valorizzazione.

The Square: sconfinamenti al quadrato

sebastiano d'urso
2020-01-01

Abstract

Il pretesto per queste riflessioni è il film The square del regista svedese Ruben Östlund, Palma d’oro a Cannes nel 2017. L’opera di Östlund è caratterizzata dallo sconfinamento, sia nell’accezione positiva che negativa del termine. The square è stato definito infatti dalla critica come un film sullo squilibrio sociale e culturale dell’epoca contemporanea, che altro non è che una delle forme di sconfinamento nella sua accezione negativa. Se lo squilibrio è sia il tema che il carattere del film è anche vero che sono molteplici gli spunti di riflessione che offre quest’opera come i continui passaggi da un territorio all’altro della conoscenza e dello spirito umano. L’analisi di The square dal punto di vista del significato che assume il limite in architettura mette in evidenza le opportunità che può offrire lo sconfinamento ma anche gli svantaggi e/o i danni che possono scaturire dallo sconfinare. Attraversare i limiti o oltrepassare i limiti sono infatti azioni solo apparentemente sinonimiche mentre invece definiscono due atteggiamenti assai diversi tra loro: sono quasi un’antinomia. Gli sconfinamenti al quadrato riflettono pertanto sull’amplificazione sia in negativo che in positivo del passaggio dei limiti. Come accade nel film gli sconfinamenti spaziali – in particolare l’attraversamento dei limiti del quadrato – implicano sconfinamenti temporali e viceversa. Dove il viceversa non è automatico ma piuttosto segna la dimensione dello sconfinamento. Quando il tornare indietro non è più possibile, quasi paradossalmente, ogni possibilità è verosimile: il dubbio, la contaminazione, la sostituzione, la de-costruzione, la ri-valorizzazione.
2020
978-88-255-3819-9
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/483264
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