Samuel Benchetrit, di origine ebraica marocchina, è nato nel 1973 in una famiglia molto modesta a Champigny-sur-Marne nella banlieue est di Parigi. Personaggio poliedrico, dai più svariati talenti, egli è noto perlopiù alle cronache mondane per le sue numerose relazioni sentimentali con donne dello spettacolo, solitamente icone dei suoi film, e soprattutto per il suo primo matrimonio molto travagliato e finito in tragedia con l’attrice Marie Trintignant (1962-2003), figlia del famosissimo divo del cinema francese Jean-Louis Trintignant. Nonostante una vita privata ahimè molto esposta ai riflettori, Samuel Benchetrit si propone al suo pubblico essenzialmente per le sue doti di attore, regista e infine di scrittore . Ad oggi, egli è l’autore di otto romanzi, due opere teatrali e ben otto film di cui due frutto di autoadattamenti letterari di grande successo. Sebbene sappiamo che le sue aspirazioni artistiche fossero dapprima interamente rivolte al cinema, Benchetrit sceglie, all’età di ventisei anni, di cimentarsi nella scrittura costruendo sin dagli albori il suo primo progetto letterario attorno alla sua autobiografia adolescenziale ambientata in banlieue. Dopo un esordio editoriale molto positivo con Il diario del cazzeggiatore, egli prosegue nella stesura di un filone romanzesco necessariamente in linea con gli elementi autobiografici e topografici della sua vecchia banlieue, concentrandosi principalmente sulla composizione delle sue celebri Chroniques de l’asphalte, concepite in cinque volumi, di cui al momento sono stati scritti solo tre tomi. Il suo capolavoro cinematografico Asphalte (2015), uscito in Italia nel 2016 con il titolo fortemente evocativo del Condominio dei cuori infranti, primo tentativo assoluto di autoadattamento, esprime al meglio sullo schermo il microcosmo del quotidiano della banlieue intimistica e degradata che fa da palcoscenico principale alla sua opera iniziale. Tra mediatizzazione biografica e artistica, degna degli artisti più chiacchierati del momento, Samuel Benchetrit ci invita a percorrere – proprio attraverso l’esperienza transmediale delle sue Chroniques – una seconda e nuova opportunità narrativa della banlieue tanto cara all’universo intimo benchetritiano di cui il film ormai si fa grande portavoce.

Oltre l’obiettivo la solitudine. Mediatizzazione biografica e transmedialità delle Chroniques de l’asphalte di Samuel Benchetrit

F. Impellizzeri
2020-01-01

Abstract

Samuel Benchetrit, di origine ebraica marocchina, è nato nel 1973 in una famiglia molto modesta a Champigny-sur-Marne nella banlieue est di Parigi. Personaggio poliedrico, dai più svariati talenti, egli è noto perlopiù alle cronache mondane per le sue numerose relazioni sentimentali con donne dello spettacolo, solitamente icone dei suoi film, e soprattutto per il suo primo matrimonio molto travagliato e finito in tragedia con l’attrice Marie Trintignant (1962-2003), figlia del famosissimo divo del cinema francese Jean-Louis Trintignant. Nonostante una vita privata ahimè molto esposta ai riflettori, Samuel Benchetrit si propone al suo pubblico essenzialmente per le sue doti di attore, regista e infine di scrittore . Ad oggi, egli è l’autore di otto romanzi, due opere teatrali e ben otto film di cui due frutto di autoadattamenti letterari di grande successo. Sebbene sappiamo che le sue aspirazioni artistiche fossero dapprima interamente rivolte al cinema, Benchetrit sceglie, all’età di ventisei anni, di cimentarsi nella scrittura costruendo sin dagli albori il suo primo progetto letterario attorno alla sua autobiografia adolescenziale ambientata in banlieue. Dopo un esordio editoriale molto positivo con Il diario del cazzeggiatore, egli prosegue nella stesura di un filone romanzesco necessariamente in linea con gli elementi autobiografici e topografici della sua vecchia banlieue, concentrandosi principalmente sulla composizione delle sue celebri Chroniques de l’asphalte, concepite in cinque volumi, di cui al momento sono stati scritti solo tre tomi. Il suo capolavoro cinematografico Asphalte (2015), uscito in Italia nel 2016 con il titolo fortemente evocativo del Condominio dei cuori infranti, primo tentativo assoluto di autoadattamento, esprime al meglio sullo schermo il microcosmo del quotidiano della banlieue intimistica e degradata che fa da palcoscenico principale alla sua opera iniziale. Tra mediatizzazione biografica e artistica, degna degli artisti più chiacchierati del momento, Samuel Benchetrit ci invita a percorrere – proprio attraverso l’esperienza transmediale delle sue Chroniques – una seconda e nuova opportunità narrativa della banlieue tanto cara all’universo intimo benchetritiano di cui il film ormai si fa grande portavoce.
2020
978-88-6680-360-7
Samuel Benchetrit, transmedialità, mediatizzazione, banlieue, autoadattamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/483554
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