Nella Poetica d’Aristotele vulgarizzata e sposta Lodovico Castelvetro non si limita a una traduzione e a un commento del testo aristotelico, ma lo integra con «quello ancora che doveva o poteva essere scritto», con l’intenzione di costruire una vera e propria «scienza della letteratura» (C. Dionisotti). L’attività teorica di Castelvetro è strettamente connessa a quella di critico, e di profondo conoscitore delle letterature greca e latina, ma anche di quella “moderna”, italiana. Nella sua «sposizione» sono infatti frequentissimi i riferimenti non solo a Omero, a Virgilio, ai tragici greci, ma anche a opere della letteratura italiana, e in particolare al repertorio narrativo del Decameron, ma anche all’Orlando furioso. Nella prospettiva teorica di Castelvetro la rappresentazione degli eroi è strettamente connessa all’oggetto della mimesis, e in particolare alla “rassomiglianza” dei «migliori che noi». L’intervento si propone di indagare se la distinzione tra “migliori”, “piggiori” e “simili a noi” assume per Castelvetro una valenza etica o sociale, e se e come la letteratura “moderna” nella sua valutazione presenti anch’essa, come quella classica, esempi di rassomiglianza di uomini “migliori”.
"Rassomigliare i migliori". 'Eroi' antichi e moderni nella Poetica di Lodovico Castelvetro
Andrea Manganaro
2021-01-01
Abstract
Nella Poetica d’Aristotele vulgarizzata e sposta Lodovico Castelvetro non si limita a una traduzione e a un commento del testo aristotelico, ma lo integra con «quello ancora che doveva o poteva essere scritto», con l’intenzione di costruire una vera e propria «scienza della letteratura» (C. Dionisotti). L’attività teorica di Castelvetro è strettamente connessa a quella di critico, e di profondo conoscitore delle letterature greca e latina, ma anche di quella “moderna”, italiana. Nella sua «sposizione» sono infatti frequentissimi i riferimenti non solo a Omero, a Virgilio, ai tragici greci, ma anche a opere della letteratura italiana, e in particolare al repertorio narrativo del Decameron, ma anche all’Orlando furioso. Nella prospettiva teorica di Castelvetro la rappresentazione degli eroi è strettamente connessa all’oggetto della mimesis, e in particolare alla “rassomiglianza” dei «migliori che noi». L’intervento si propone di indagare se la distinzione tra “migliori”, “piggiori” e “simili a noi” assume per Castelvetro una valenza etica o sociale, e se e come la letteratura “moderna” nella sua valutazione presenti anch’essa, come quella classica, esempi di rassomiglianza di uomini “migliori”.File | Dimensione | Formato | |
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