La ripresa dei rapporti politici e diplomatici tra Italia e Austria dopo la fine della seconda guerra mondiale fu condizionata dalla volontà delle potenze vincitrici e dalla questione dell’Alto Adige. L’alternarsi tra le rivendicazioni avanzate dal governo austriaco e le pronte risposte di parte italiana ritardò il riconoscimento ufficiale e lo scambio di rappresentanze diplomatiche tra i due paesi, che pure sembravano già maturi alla fine del 1945. Nei documenti diplomatici che i rappresentanti austriaci inviavano da Roma a Vienna, l’attenzione per le vicende strettamente politiche, relative alla composizione e agli affari del governo così come ai partiti, alle loro correnti ideologiche, ai personaggi più in vista e al loro atteggiamento verso l’Austria, era sempre presente e dettagliata. Lo stesso vale per l’analisi dei giudizi dei partiti e della stampa austriaca sulla campagna elettorale e sugli esiti del voto del 2 giugno 1946. Italia e Austria condividevano problematiche simili, attinenti sia alla ricostruzione materiale postbellica, sia alle modalità di transizione da una dittatura alla democrazia, sia alle formule di governo. Nel punto di vista austriaco sulle elezioni del 1946 possiamo inoltre ritrovare la gran parte delle tematiche che di lì a poco segneranno la competizione bipolare, di cui sia l’Italia che l’Austria, in quanto paesi di frontiera tra Est e Ovest, saranno protagoniste, sia nei momenti di contrapposizione che nei momenti di mediazione.

Il voto del 2 giugno visto dall'Austria. Linee di confine e transizione democratica

Giovanni Schininà
2020-01-01

Abstract

La ripresa dei rapporti politici e diplomatici tra Italia e Austria dopo la fine della seconda guerra mondiale fu condizionata dalla volontà delle potenze vincitrici e dalla questione dell’Alto Adige. L’alternarsi tra le rivendicazioni avanzate dal governo austriaco e le pronte risposte di parte italiana ritardò il riconoscimento ufficiale e lo scambio di rappresentanze diplomatiche tra i due paesi, che pure sembravano già maturi alla fine del 1945. Nei documenti diplomatici che i rappresentanti austriaci inviavano da Roma a Vienna, l’attenzione per le vicende strettamente politiche, relative alla composizione e agli affari del governo così come ai partiti, alle loro correnti ideologiche, ai personaggi più in vista e al loro atteggiamento verso l’Austria, era sempre presente e dettagliata. Lo stesso vale per l’analisi dei giudizi dei partiti e della stampa austriaca sulla campagna elettorale e sugli esiti del voto del 2 giugno 1946. Italia e Austria condividevano problematiche simili, attinenti sia alla ricostruzione materiale postbellica, sia alle modalità di transizione da una dittatura alla democrazia, sia alle formule di governo. Nel punto di vista austriaco sulle elezioni del 1946 possiamo inoltre ritrovare la gran parte delle tematiche che di lì a poco segneranno la competizione bipolare, di cui sia l’Italia che l’Austria, in quanto paesi di frontiera tra Est e Ovest, saranno protagoniste, sia nei momenti di contrapposizione che nei momenti di mediazione.
2020
9788833137100
Austria, elezioni, confini, guerra fredda, referendum
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/493771
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