La città informe è opaca, invisibile incomprensibile. Sovraccarica di informazioni e di immagini si nasconde nelle evidenze. Quando le immagini sono troppe non si vede più niente. Dal troppo si passa molto presto al nulla. La città sembra giunta a questa condizione limite. Le idee preconcette e gli strumenti disciplinari sulla città impediscono di vedere le potenzialità e le risorse invisibili che in questi anni si sono accumulate. Per poter lavorare dunque in questo contesto occorre compiere uno spostamento, un salto capace di trasformare la distruzione e il consumo del territorio in nuova materia dell’architettura. Se la realtà è spesso invisibile o incomprensibile, solo un processo indiziario può aiutarci a ricostruire le trame di significati in un sottile equilibrio tra astrazione, intuizione, deduzione e ascolto.
Alcune pratiche nei paesaggi dell'informe
Marco Navarra
2018-01-01
Abstract
La città informe è opaca, invisibile incomprensibile. Sovraccarica di informazioni e di immagini si nasconde nelle evidenze. Quando le immagini sono troppe non si vede più niente. Dal troppo si passa molto presto al nulla. La città sembra giunta a questa condizione limite. Le idee preconcette e gli strumenti disciplinari sulla città impediscono di vedere le potenzialità e le risorse invisibili che in questi anni si sono accumulate. Per poter lavorare dunque in questo contesto occorre compiere uno spostamento, un salto capace di trasformare la distruzione e il consumo del territorio in nuova materia dell’architettura. Se la realtà è spesso invisibile o incomprensibile, solo un processo indiziario può aiutarci a ricostruire le trame di significati in un sottile equilibrio tra astrazione, intuizione, deduzione e ascolto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.