"Il federalismo infrastrutturale è una delle dimensioni che presentano maggiori elementi di incompletezza all’interno del disegno federale. In primo luogo, la sostituzione dei vincoli contenuti nel Patto di stabilità interno con il saldo euro-compatibile a seguito della l. n. 164/2016 ha posto le basi per un ampliamento dei margini a disposizione delle amministrazioni locali e per una migliore programmazione degli investimenti. In secondo luogo, il finanziamento di interventi specifici sui territori previsto nella legge di bilancio 2017, come il Bando periferie e il Piano per l’edilizia scolastica insieme ai Patti per Regioni e Città Metropolitane e i Patti per il Sud deliberati dal Cipe nel corso del 2016 sembrano riflettere una maggiore attenzione nei confronti delle esigenze locali. Infine, i recenti sforzi di coordinamento in materia di gestione dei Fondi strutturali co-finanziati dall’Unione Europea, con l’obiettivo di ultimare i programmi di spesa del periodo 2007-2013 e avviare in tempo utile quelli riferiti al periodo 2014-2020, potrebbero rappresentare una riproposizione della logica delle intese territoriali, già sperimentata in Italia alla fine degli anni Novanta su iniziativa del binomio Ciampi-Barca. Nonostante questi segnali di rinnovato interesse per il coordinamento delle politiche di investimento tra centro e periferia, restano da definire i due pilastri del federalismo infrastrutturale avviato con la l. n. 42/2009: la ricognizione dei fabbisogni e la definizione di un fondo di perequazione. La soppressione di Equitalia poteva costituire l’occasione per compiere un primo passo verso una riforma dei poteri dell’ente riscossore auspicate da Ocse e Fmi. Di fatto è stata utilizzata come un pretesto per il varo delle rottamazioni delle cartelle fiscali e delle liti pendenti. La riforma dell’Agenzia delle Entrate comincia solo adesso a muovere i primi passi, ma sconta notevoli difficoltà operative a causa del mai risolto problema della decadenza dei dirigenti seguita alla sentenza della Corte costituzionale

La finanza locale in tempo di crisi: verso un modello di decentramento più equo e sostenibile?

paolo di caro
;
2017-01-01

Abstract

"Il federalismo infrastrutturale è una delle dimensioni che presentano maggiori elementi di incompletezza all’interno del disegno federale. In primo luogo, la sostituzione dei vincoli contenuti nel Patto di stabilità interno con il saldo euro-compatibile a seguito della l. n. 164/2016 ha posto le basi per un ampliamento dei margini a disposizione delle amministrazioni locali e per una migliore programmazione degli investimenti. In secondo luogo, il finanziamento di interventi specifici sui territori previsto nella legge di bilancio 2017, come il Bando periferie e il Piano per l’edilizia scolastica insieme ai Patti per Regioni e Città Metropolitane e i Patti per il Sud deliberati dal Cipe nel corso del 2016 sembrano riflettere una maggiore attenzione nei confronti delle esigenze locali. Infine, i recenti sforzi di coordinamento in materia di gestione dei Fondi strutturali co-finanziati dall’Unione Europea, con l’obiettivo di ultimare i programmi di spesa del periodo 2007-2013 e avviare in tempo utile quelli riferiti al periodo 2014-2020, potrebbero rappresentare una riproposizione della logica delle intese territoriali, già sperimentata in Italia alla fine degli anni Novanta su iniziativa del binomio Ciampi-Barca. Nonostante questi segnali di rinnovato interesse per il coordinamento delle politiche di investimento tra centro e periferia, restano da definire i due pilastri del federalismo infrastrutturale avviato con la l. n. 42/2009: la ricognizione dei fabbisogni e la definizione di un fondo di perequazione. La soppressione di Equitalia poteva costituire l’occasione per compiere un primo passo verso una riforma dei poteri dell’ente riscossore auspicate da Ocse e Fmi. Di fatto è stata utilizzata come un pretesto per il varo delle rottamazioni delle cartelle fiscali e delle liti pendenti. La riforma dell’Agenzia delle Entrate comincia solo adesso a muovere i primi passi, ma sconta notevoli difficoltà operative a causa del mai risolto problema della decadenza dei dirigenti seguita alla sentenza della Corte costituzionale
2017
978-88-15-33545-6
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