The feast and the pilgrimage are two thematic plexuses of Grazia Deledda's narrative intertwined with its sardinian origin and with the ever-debated problem of its relationship with sardinian folk traditions. In this study it is intended to demonstrate how the demological competence of Grazia Deledda has allowed the surfacing and deepening of some recurring themes and narrative structures. In particular, it is possible to trace among some folkloric themes of Deledda’s fiction the etyms and movements of his relationship with the Heimat, to proceed above all to identify the theme of the path as a topos of life (the homo viator) and the theme of the feast in crisis as a crack in the festive community and as emergence of the self alone. The interpretative background is that of the distance from which Deledda writes, first in the position of the participating anthropologist, then in the position of the exile. Speaking of the thematic complex of the feast, it is observed by Deledda as a feast of the differents, analogous to the feast observed by ethnologists (cf. Furio Jesi). The plexus of the travel includes the two main themes of the pilgrimage (path/atonement) and of companies of crippled (cf. Piero Camporesi).

La festa e il pellegrinaggio sono due plessi tematici della narrativa di Grazia Deledda intrecciati con la sua sardità e con il sempre dibattuto problema del suo rapporto con le tradizioni popolari sarde. In questo studio si intende dimostrare come la competenza demologica di Grazia Deledda abbia consentito l’affioramento e l’approfondimento di alcuni temi e di strutture narrative ricorrenti. In particolare è possibile rintracciare tra alcuni temi folklorici della narrativa deleddiana gli etimi e i movimenti della sua relazione con l’Heimat, per procedere soprattutto all’identificazione del tema del percorso come topos della vita (l'homo viator) e della festività in crisi come incrinatura nella collettività festosa ed emersione dell’io solo. Lo sfondo interpretativo è quello della distanza da cui scrive la Deledda, dapprima nella posizione dell’antropologo partecipante, successivamente nella posizione dell’esiliato. A proposito del plesso tematico della festa, quella osservata da Deledda sarà ormai una festa dei diversi, ovvero analoga alla festa osservata dagli etnologi (cfr. Furio Jesi). Il plesso del viaggio comprende i due nodi principali del pellegrinaggio (itinerario/espiazione) e delle compagnie di storpiati (cfr. Piero Camporesi).

La festa e il pellegrinaggio in Canne al vento

Massimo Schilirò
2020-01-01

Abstract

The feast and the pilgrimage are two thematic plexuses of Grazia Deledda's narrative intertwined with its sardinian origin and with the ever-debated problem of its relationship with sardinian folk traditions. In this study it is intended to demonstrate how the demological competence of Grazia Deledda has allowed the surfacing and deepening of some recurring themes and narrative structures. In particular, it is possible to trace among some folkloric themes of Deledda’s fiction the etyms and movements of his relationship with the Heimat, to proceed above all to identify the theme of the path as a topos of life (the homo viator) and the theme of the feast in crisis as a crack in the festive community and as emergence of the self alone. The interpretative background is that of the distance from which Deledda writes, first in the position of the participating anthropologist, then in the position of the exile. Speaking of the thematic complex of the feast, it is observed by Deledda as a feast of the differents, analogous to the feast observed by ethnologists (cf. Furio Jesi). The plexus of the travel includes the two main themes of the pilgrimage (path/atonement) and of companies of crippled (cf. Piero Camporesi).
2020
978-88-6859-195-3
La festa e il pellegrinaggio sono due plessi tematici della narrativa di Grazia Deledda intrecciati con la sua sardità e con il sempre dibattuto problema del suo rapporto con le tradizioni popolari sarde. In questo studio si intende dimostrare come la competenza demologica di Grazia Deledda abbia consentito l’affioramento e l’approfondimento di alcuni temi e di strutture narrative ricorrenti. In particolare è possibile rintracciare tra alcuni temi folklorici della narrativa deleddiana gli etimi e i movimenti della sua relazione con l’Heimat, per procedere soprattutto all’identificazione del tema del percorso come topos della vita (l'homo viator) e della festività in crisi come incrinatura nella collettività festosa ed emersione dell’io solo. Lo sfondo interpretativo è quello della distanza da cui scrive la Deledda, dapprima nella posizione dell’antropologo partecipante, successivamente nella posizione dell’esiliato. A proposito del plesso tematico della festa, quella osservata da Deledda sarà ormai una festa dei diversi, ovvero analoga alla festa osservata dagli etnologi (cfr. Furio Jesi). Il plesso del viaggio comprende i due nodi principali del pellegrinaggio (itinerario/espiazione) e delle compagnie di storpiati (cfr. Piero Camporesi).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/503385
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