Una forma di turismo sostenibile sul territorio di un piccolo comune del Parco dell'Etna: Sant'Alfio.

Effettiva valorizzazione del territorio si ha solo quando l’ambiente venga utilizzato come risorsa da tutelare e valorizzare per assicurarne il godimento a quanti lo visitano o vi trascorrono periodi più o meno lunghi, ma che debbono a lor volta evitare abusi e rispettare le necessarie limitazioni. Risponde al concetto francese di “tourisme durable” per intendere come quella attività debba durare nel tempo nel rispetto dell’ambiente e nell'equilibrio tra la qualità e la quantità delle attività economiche necessarie per la sua realizzazione. Solo così si ottempera al principio di equità sociale ribadito dalla World Commission on Environment and Development, che vuole assicurare alle generazioni presenti e future pari opportunità di fruizione ambientale e di accesso alle opportunità socio economiche rispetto alle generazioni del passato. In modo coerente a siffatti obiettivi si vengono affermando ecoturismo e agriturismo, forme di turismo ‘ambientale’ che, per essere basati sull’uso di beni ambientali, tengono a difendere i territori dal degrado e dall’abuso e, segno incoraggiante, negli ultimi anni si registra un aumento di flusso turistico in zone ad ambiente protetto che compensa largamente le diminuzioni di flusso nelle località turistiche connotate da degrado ambientale. Da qui nasce lo studio che segue, dedicato ad un piccolo comune della provincia di Catania, Sant’Alfio, uno dei venti compresi nel Parco dell’Etna, suscettibile di sviluppo socio-economico entro forme di turismo sostenibile.