Il contributo analizza alcune importanti sentenze, datate 2021, rese della Corte di Giustizia su questioni interpretative relative alla Direttiva n. 2003/88/CE in materia di organizzazione dell'orario di lavoro. Elemento unificante l'esegesi dell'art. 2 della Direttiva in materia di nozione di orario di lavoro e di periodo di riposo. La Corte di Lussemburgo conferma il trend già avviato con la sentenza Matzak, scomponendo i criteri definitori di cui all'art. 2, nel senso di ritenere oramai necessario, ai fini del computo dei tempi di attesa/disponibilità nell'orario di lavoro, che il lavoratore "a disposizione" sia soggetto a effettive limitazioni delle proprie facoltà di autogestione del tempo. A tal fine, non rileva il luogo ove il dipendente è reperibile, bensì lo status di soggezione alle prescrizioni datoriali.
La "scomposizione" della nozione di orario di lavoro nella recente giurisprudenza della Corte di Giustizia.
Giancarlo Ricci
2021-01-01
Abstract
Il contributo analizza alcune importanti sentenze, datate 2021, rese della Corte di Giustizia su questioni interpretative relative alla Direttiva n. 2003/88/CE in materia di organizzazione dell'orario di lavoro. Elemento unificante l'esegesi dell'art. 2 della Direttiva in materia di nozione di orario di lavoro e di periodo di riposo. La Corte di Lussemburgo conferma il trend già avviato con la sentenza Matzak, scomponendo i criteri definitori di cui all'art. 2, nel senso di ritenere oramai necessario, ai fini del computo dei tempi di attesa/disponibilità nell'orario di lavoro, che il lavoratore "a disposizione" sia soggetto a effettive limitazioni delle proprie facoltà di autogestione del tempo. A tal fine, non rileva il luogo ove il dipendente è reperibile, bensì lo status di soggezione alle prescrizioni datoriali.File | Dimensione | Formato | |
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