L’interazione sistematica, evidente tra processi e fenomeni che investono tutte le comunità in regime di globalizzazione, ha reso urgente l’adozione di un approccio analitico interdisciplinare volto alla comprensione delle nuove interconnessioni globali che caratterizzano le sfide dell’epoca postmoderna. Ben prima della pandemia da Covid-19, ancora in corso, tutti i livelli territoriali ed istituzionali, tanto nazionali quanto internazionali, hanno sperimentato vantaggi e potenzialità, così come svantaggi, derivanti dalla cir- costanza, per tutti gli attori statali e non statali, di essere collocati su un’unica rete di relazioni interattive, in cui ciascuno è coinvolto. Muovendo dunque, da questo presupposto, è importante avviare una riflessione teoretica più profonda che accosti all’attualità di un tema oggi particolarmente pregnante come il “Green New Deal” i controversi diritti umani di terza generazione, i cosiddetti “green rights”, volti a tutelare sia i singoli individui in quanto tali, senza riferimento specifico alla cittadinanza nazionale, sia tutti gli esseri umani nella loro dimensione globale. Dietro questa spinta, già da alcuni anni si è accentuato l’impegno delle organizzazioni internazionali verso la definizione di una dimensione olistica evoluta di sviluppo: lotta ai cam- biamenti climatici; diffusione dell’economia verde e di quella circolare; riduzione apprezzabile delle emissioni inquinanti; avanzamento tecnologico crescente nell’attività d’impresa; rafforzamento della tutela dei diritti fondamentali. L’Accordo di Parigi sul clima, l’Agenda 2030 dell’ONU e il Green Deal dell’Ue costituiscono, insieme, un piano d’azione integrato per orientare le politiche pubbliche statali europee nella fase attuale di globalizzazione. Ma se il Green Deal europeo può rappresentare un punto di svolta nella vision socio-eco- nomica e ambientale dell’Unione, dal punto di vista della strategia comunicativa ha obiettivi più ambiziosi, tentando, infatti, di riallacciare un rapporto diretto con i propri cittadini in questo particolare momento storico. Tuttavia, essa deve fare i conti con una scarsa penetrazione della comunicazione dell’Ue nelle diverse realtà nazionali. Questa dimensione critica appare particolarmente accentuata in Italia, dove il tema è sostan- zialmente assente dal dibattito pubblico e dove la ormai cronica debolezza delle forze politiche ambientaliste rende difficile un suo posizionamento centrale nell’agenda politica. Questo scenario è osservabile anche nei territori regionali che dovrebbero essere considerati come motore dello sviluppo sostenibile e che, come tali, andrebbero guidati e sostenuti adeguatamente. In accordo con la nuova Agenda Territoriale europea occorre- rebbe fornire un quadro di azione comune verso la coesione territoriale, chiedendo ai responsabili politici, a tutti i livelli di governance, di contribuire a un futuro inclusivo e sostenibile per tutte le aree e di contribuire a raggiungerne gli obiettivi di sviluppo. A tal proposito, si è inteso analizzare anche l’attuale Programmazione operativa regionale della Sicilia, al fine di osservare se l’indirizzo politico auspicato possa trovare i prodromi in scelte già politicamente orientate. L’approccio multidisciplinare e trasversale, fornito dai contributi qui riuniti, trae spunto proprio da queste premesse e dalla consapevolezza che occorre responsabilizzare il più rapida- mente possibile le comunità umane così come i molteplici livelli territoriali, poiché solo un’azione integrata, frutto di una programmazione concertata, può innescare processi davvero virtuosi. Se risultati apprezzabili si ottengono solo nel lungo periodo, sono però le scelte di breve termine a porne le premesse.

DALLA POLITICA ALLE POLITICHE: IL GREEN NEW DEAL ALLA PROVA DEI TERRITORI IN UN’ANALISI MULTILIVELLO

GIORGIA COSTANZO
Penultimo
;
DANIELA FISICHELLA
Secondo
;
GUIDO NICOLOSI
Ultimo
;
GIANNI PETINO
Primo
2021-01-01

Abstract

L’interazione sistematica, evidente tra processi e fenomeni che investono tutte le comunità in regime di globalizzazione, ha reso urgente l’adozione di un approccio analitico interdisciplinare volto alla comprensione delle nuove interconnessioni globali che caratterizzano le sfide dell’epoca postmoderna. Ben prima della pandemia da Covid-19, ancora in corso, tutti i livelli territoriali ed istituzionali, tanto nazionali quanto internazionali, hanno sperimentato vantaggi e potenzialità, così come svantaggi, derivanti dalla cir- costanza, per tutti gli attori statali e non statali, di essere collocati su un’unica rete di relazioni interattive, in cui ciascuno è coinvolto. Muovendo dunque, da questo presupposto, è importante avviare una riflessione teoretica più profonda che accosti all’attualità di un tema oggi particolarmente pregnante come il “Green New Deal” i controversi diritti umani di terza generazione, i cosiddetti “green rights”, volti a tutelare sia i singoli individui in quanto tali, senza riferimento specifico alla cittadinanza nazionale, sia tutti gli esseri umani nella loro dimensione globale. Dietro questa spinta, già da alcuni anni si è accentuato l’impegno delle organizzazioni internazionali verso la definizione di una dimensione olistica evoluta di sviluppo: lotta ai cam- biamenti climatici; diffusione dell’economia verde e di quella circolare; riduzione apprezzabile delle emissioni inquinanti; avanzamento tecnologico crescente nell’attività d’impresa; rafforzamento della tutela dei diritti fondamentali. L’Accordo di Parigi sul clima, l’Agenda 2030 dell’ONU e il Green Deal dell’Ue costituiscono, insieme, un piano d’azione integrato per orientare le politiche pubbliche statali europee nella fase attuale di globalizzazione. Ma se il Green Deal europeo può rappresentare un punto di svolta nella vision socio-eco- nomica e ambientale dell’Unione, dal punto di vista della strategia comunicativa ha obiettivi più ambiziosi, tentando, infatti, di riallacciare un rapporto diretto con i propri cittadini in questo particolare momento storico. Tuttavia, essa deve fare i conti con una scarsa penetrazione della comunicazione dell’Ue nelle diverse realtà nazionali. Questa dimensione critica appare particolarmente accentuata in Italia, dove il tema è sostan- zialmente assente dal dibattito pubblico e dove la ormai cronica debolezza delle forze politiche ambientaliste rende difficile un suo posizionamento centrale nell’agenda politica. Questo scenario è osservabile anche nei territori regionali che dovrebbero essere considerati come motore dello sviluppo sostenibile e che, come tali, andrebbero guidati e sostenuti adeguatamente. In accordo con la nuova Agenda Territoriale europea occorre- rebbe fornire un quadro di azione comune verso la coesione territoriale, chiedendo ai responsabili politici, a tutti i livelli di governance, di contribuire a un futuro inclusivo e sostenibile per tutte le aree e di contribuire a raggiungerne gli obiettivi di sviluppo. A tal proposito, si è inteso analizzare anche l’attuale Programmazione operativa regionale della Sicilia, al fine di osservare se l’indirizzo politico auspicato possa trovare i prodromi in scelte già politicamente orientate. L’approccio multidisciplinare e trasversale, fornito dai contributi qui riuniti, trae spunto proprio da queste premesse e dalla consapevolezza che occorre responsabilizzare il più rapida- mente possibile le comunità umane così come i molteplici livelli territoriali, poiché solo un’azione integrata, frutto di una programmazione concertata, può innescare processi davvero virtuosi. Se risultati apprezzabili si ottengono solo nel lungo periodo, sono però le scelte di breve termine a porne le premesse.
2021
978-88-90892684
Green New Deal, GREEN RIGHTS, Comunicazione, Territorio, Geografia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/516817
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