La comunicazione si propone di affrontare il tema del rapporto conflittuale tra letterati e potere nella Firenze di Cosimo I attraverso l’analisi della novella conclusiva della raccolta Le Cene di Anton Francesco Grazzini. Lo scrittore, detto il Lasca, vissuto nel pieno Cinquecento, fu uno dei protagonisti della vita culturale fiorentina in una fase di aspri conflitti politici e religiosi. Grazzini cercò di mantenere la propria indipendenza intatta, scontrandosi anche con il duca Cosimo, soprattutto nella prima fase del suo governo, quando qualsiasi ideale libertario si infranse e il controllo censorio sulle attività culturali cittadine si fece più aspro. Emblematica del disagio dello scrittore è la novella di Maestro Manente, che racconta la vicenda della prevaricazione vendicativa esercitata da Lorenzo il Magnifico su un medico che lo aveva sfidato in una tenzone poetica. Come il boccacciano Ferondo, il povero Manente sarà segretamente tenuto in cattività per mesi, privato della propria identità, mentre il Magnifico semplicemente si dimenticherà di lui. Nella novellistica grazziniana, dominata da rapporti sociali spesso rigidamente gerarchici e da violenza e sopraffazione, il principe esercita senza remore un controllo assoluto sulla vita dei suoi sudditi, mentre ai letterati (simbolicamente rappresentati dal Burchiello) non resta che tentare di demistificarne il dominio, prendendo atto però dell’impossibilità di opporsi concretamente al potere.

«I prìncipi son prìncipi»: la novella di Maestro Manente ne Le Cene di Anton Francesco Grazzini

Agnese Amaduri
2023-01-01

Abstract

La comunicazione si propone di affrontare il tema del rapporto conflittuale tra letterati e potere nella Firenze di Cosimo I attraverso l’analisi della novella conclusiva della raccolta Le Cene di Anton Francesco Grazzini. Lo scrittore, detto il Lasca, vissuto nel pieno Cinquecento, fu uno dei protagonisti della vita culturale fiorentina in una fase di aspri conflitti politici e religiosi. Grazzini cercò di mantenere la propria indipendenza intatta, scontrandosi anche con il duca Cosimo, soprattutto nella prima fase del suo governo, quando qualsiasi ideale libertario si infranse e il controllo censorio sulle attività culturali cittadine si fece più aspro. Emblematica del disagio dello scrittore è la novella di Maestro Manente, che racconta la vicenda della prevaricazione vendicativa esercitata da Lorenzo il Magnifico su un medico che lo aveva sfidato in una tenzone poetica. Come il boccacciano Ferondo, il povero Manente sarà segretamente tenuto in cattività per mesi, privato della propria identità, mentre il Magnifico semplicemente si dimenticherà di lui. Nella novellistica grazziniana, dominata da rapporti sociali spesso rigidamente gerarchici e da violenza e sopraffazione, il principe esercita senza remore un controllo assoluto sulla vita dei suoi sudditi, mentre ai letterati (simbolicamente rappresentati dal Burchiello) non resta che tentare di demistificarne il dominio, prendendo atto però dell’impossibilità di opporsi concretamente al potere.
2023
9788890790584
Grazzini Novella Cinquecento Firenze
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/529610
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