All'interno del dibattito sui modelli di democrazia, Paul Hirst propone la democrazia associativa come forma di governo che ridefinisce ruoli e rapporti dell'organizzazione della società civile e dello stato. Da questo punto di partenza mi propongo di presentare l'importanza del pluralismo associativo che all'interno delle tradizioni e delle idee della sinistra di fine Ottocento ed inizio Novecento restituisce spessore alle relazioni sociali in forma di socialismo libertario e federalista. Chiaramente il contesto nel quale il pluralismo associazionista fu elaborato era caratterizzato da conflitti, tra le nazioni e di classe, e dalla questione sociale. In Inghilterra, la guerra favorì la concentrazione del potere nello stato; in Francia, l'interventismo repubblicano era finalizzato a disinnescare la questione sociale e a mantenere l'ordine. Ma, al di là delle diverse culture nazionali, quello che i pluralisti rifiutano è la funzione ideologica della concentrazione del potere. Lo sguardo di Hirst verso i criteri ispiratori delle molteplici espressioni della tradizione pluralista si interseca con la doppia domanda che egli si pone come teorico politico: ha ancora senso scrivere della società, continuare a parlare di socialismo, oppure si deve concludere che il socialismo è morto? Se è vero che la trasformazione e costruzione di una società varia in base al contesto sociale, storico e politico, che provoca il superamento di alcune idee, è anche vero che alcuni concetti possono conservare una valenza per la società dell'epoca post-industriale e globalizzata. La prima parte del saggio si sofferma sulle tematiche di democrazia industriale e solidarietà centrali in Cole e Duguit, ma anche nel lessico e nella filosofia di Hirst. La seconda e terza parte del saggio affronta specificatamente il pensiero di Hirst
Pluralismo, associazionismo e partecipazione. La democrazia associativa di Hirst tra "vecchie idee" e nuove frontiere.
Alessandra La Rosa
2022-01-01
Abstract
All'interno del dibattito sui modelli di democrazia, Paul Hirst propone la democrazia associativa come forma di governo che ridefinisce ruoli e rapporti dell'organizzazione della società civile e dello stato. Da questo punto di partenza mi propongo di presentare l'importanza del pluralismo associativo che all'interno delle tradizioni e delle idee della sinistra di fine Ottocento ed inizio Novecento restituisce spessore alle relazioni sociali in forma di socialismo libertario e federalista. Chiaramente il contesto nel quale il pluralismo associazionista fu elaborato era caratterizzato da conflitti, tra le nazioni e di classe, e dalla questione sociale. In Inghilterra, la guerra favorì la concentrazione del potere nello stato; in Francia, l'interventismo repubblicano era finalizzato a disinnescare la questione sociale e a mantenere l'ordine. Ma, al di là delle diverse culture nazionali, quello che i pluralisti rifiutano è la funzione ideologica della concentrazione del potere. Lo sguardo di Hirst verso i criteri ispiratori delle molteplici espressioni della tradizione pluralista si interseca con la doppia domanda che egli si pone come teorico politico: ha ancora senso scrivere della società, continuare a parlare di socialismo, oppure si deve concludere che il socialismo è morto? Se è vero che la trasformazione e costruzione di una società varia in base al contesto sociale, storico e politico, che provoca il superamento di alcune idee, è anche vero che alcuni concetti possono conservare una valenza per la società dell'epoca post-industriale e globalizzata. La prima parte del saggio si sofferma sulle tematiche di democrazia industriale e solidarietà centrali in Cole e Duguit, ma anche nel lessico e nella filosofia di Hirst. La seconda e terza parte del saggio affronta specificatamente il pensiero di HirstFile | Dimensione | Formato | |
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