Con la Lr. 2 luglio 2014, n.16 “Istituzione degli Ecomusei della Sicilia”, la nostra regione si è finalmente dotata di una cornice normativa atta a riconoscere, sostenere e mettere in rete gli Ecomusei, «patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un territorio» (art. 2). Si tratta di una pratica comunitaria per la valorizzazione della memoria collettiva e del paesaggio, già diffusa in Europa e nel mondo a partire dagli anni ’70 e in Italia a partire dagli anni ’90. Sebbene il Covid-19 abbia inciso sulle pratiche di questa natura – che si alimentano quotidianamente di relazioni di prossimità – esse hanno continuato ad assumere in molti casi un ruolo centrale in quanto punto di riferimento per i soggetti più deboli della società, alla ricerca di spazi di accoglienza, di accesso ai servizi e di esercizio dei diritti. Il presente contributo discute la relazione tra ecomusei e giustizia spaziale, interrogandosi sulle sfide che tali pratiche comunitarie pongono alla pianificazione istituzionale e alle politiche pubbliche, anche a seguito delle lezioni apprese in fase di pandemia. In particolare, le autrici propongono alcune riflessioni maturate nell’ambito di un processo di ricerca-azione nella Valle del Simeto, area marginale dove da anni ha preso corpo un percorso di sviluppo comunitario mosso da istanze di giustizia socio-ecologica, che sta evolvendo verso una sperimentazione ecomuseale.
Paesaggi inclusivi. Processi ecomuseali come opportunità per la giustizia spaziale
Pappalardo, Giusy
Primo
;Saija, LauraSecondo
2022-01-01
Abstract
Con la Lr. 2 luglio 2014, n.16 “Istituzione degli Ecomusei della Sicilia”, la nostra regione si è finalmente dotata di una cornice normativa atta a riconoscere, sostenere e mettere in rete gli Ecomusei, «patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un territorio» (art. 2). Si tratta di una pratica comunitaria per la valorizzazione della memoria collettiva e del paesaggio, già diffusa in Europa e nel mondo a partire dagli anni ’70 e in Italia a partire dagli anni ’90. Sebbene il Covid-19 abbia inciso sulle pratiche di questa natura – che si alimentano quotidianamente di relazioni di prossimità – esse hanno continuato ad assumere in molti casi un ruolo centrale in quanto punto di riferimento per i soggetti più deboli della società, alla ricerca di spazi di accoglienza, di accesso ai servizi e di esercizio dei diritti. Il presente contributo discute la relazione tra ecomusei e giustizia spaziale, interrogandosi sulle sfide che tali pratiche comunitarie pongono alla pianificazione istituzionale e alle politiche pubbliche, anche a seguito delle lezioni apprese in fase di pandemia. In particolare, le autrici propongono alcune riflessioni maturate nell’ambito di un processo di ricerca-azione nella Valle del Simeto, area marginale dove da anni ha preso corpo un percorso di sviluppo comunitario mosso da istanze di giustizia socio-ecologica, che sta evolvendo verso una sperimentazione ecomuseale.File | Dimensione | Formato | |
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