Nel 1656 la peste divenne cifra comune di una porzione rilevante dei territori della monarchia, coinvolgendo gran parte dei territori italiani. Era necessario navigare a vista per calibrare le scelte sulle specifiche di ogni reinos per evitare che il contagio lambisse anche i territori fino a quel momento meno coinvolti. Bisognava arrestare i traffici commerciali, con tutte le preoccupazioni del caso, che risiedevano nel pericolo di far vacillare gli equilibri economici e la logistica comunicativa. Mentre la necessità della rapida presa di responsabilità interveniva sullo sfondo di un braccio di ferro istituzionale e politico impegnato in contrattazioni di potere, che avrebbero decretato nuove sfere d’influenza, scalzandone delle altre. Comunicazione, prevenzione e ricordo furono i termini di un’equazione complessa che è stata analizzata nel corso di queste note attraverso l’utilizzo di fonti inedite.
Comunicare, prevenire, ricordare. Dalla peste del 1656 alla memoria del passato.
Silvia D'AgataMembro del Collaboration Group
2021-01-01
Abstract
Nel 1656 la peste divenne cifra comune di una porzione rilevante dei territori della monarchia, coinvolgendo gran parte dei territori italiani. Era necessario navigare a vista per calibrare le scelte sulle specifiche di ogni reinos per evitare che il contagio lambisse anche i territori fino a quel momento meno coinvolti. Bisognava arrestare i traffici commerciali, con tutte le preoccupazioni del caso, che risiedevano nel pericolo di far vacillare gli equilibri economici e la logistica comunicativa. Mentre la necessità della rapida presa di responsabilità interveniva sullo sfondo di un braccio di ferro istituzionale e politico impegnato in contrattazioni di potere, che avrebbero decretato nuove sfere d’influenza, scalzandone delle altre. Comunicazione, prevenzione e ricordo furono i termini di un’equazione complessa che è stata analizzata nel corso di queste note attraverso l’utilizzo di fonti inedite.File | Dimensione | Formato | |
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