Alla fine della terza parte di Conversazione in Sicilia il viaggio regressivo di Silvestro nel ‘regno delle madri’ approda alla riscoperta della nudità della donna. Il mistero dell’origine e l’immortalità del corpo femminile vengono evocati anche a conclusione della quinta parte, segnata dalla simbolica apparizione dell’«ignuda donna di bronzo». Nella settima edizione del romanzo (1953), illustrata dalle fotografie di Luigi Crocenzi, ai riferimenti alla bellezza dei corpi femminili fanno da contrappunto visivo alcune riproduzioni di dettagli di opere d’arte: le immagini della Venere dormiente di Giorgione, della Venere capitolina e di statue greche interagiscono con il testo, potenziando la dimensione allusiva della conversazione che in quei segmenti del romanzo si sviluppa significativamente intorno al corpo della donna. Partendo da una lettura parallela dei due brani e delle fotografie che nell’edizione illustrata sono poste a corredo, il contributo propone un’analisi dei diversi piani di rappresentazione della nudità femminile, con particolare attenzione ai nessi carne/marmo o pelle/bronzo rintracciabili, come espressione dell’eros e del desiderio, anche in altri luoghi del macrotesto vittoriniano.
«Aveva una bella carne». La rappresentazione del corpo femminile in Conversazione in Sicilia
Corinne Pontillo
2018-01-01
Abstract
Alla fine della terza parte di Conversazione in Sicilia il viaggio regressivo di Silvestro nel ‘regno delle madri’ approda alla riscoperta della nudità della donna. Il mistero dell’origine e l’immortalità del corpo femminile vengono evocati anche a conclusione della quinta parte, segnata dalla simbolica apparizione dell’«ignuda donna di bronzo». Nella settima edizione del romanzo (1953), illustrata dalle fotografie di Luigi Crocenzi, ai riferimenti alla bellezza dei corpi femminili fanno da contrappunto visivo alcune riproduzioni di dettagli di opere d’arte: le immagini della Venere dormiente di Giorgione, della Venere capitolina e di statue greche interagiscono con il testo, potenziando la dimensione allusiva della conversazione che in quei segmenti del romanzo si sviluppa significativamente intorno al corpo della donna. Partendo da una lettura parallela dei due brani e delle fotografie che nell’edizione illustrata sono poste a corredo, il contributo propone un’analisi dei diversi piani di rappresentazione della nudità femminile, con particolare attenzione ai nessi carne/marmo o pelle/bronzo rintracciabili, come espressione dell’eros e del desiderio, anche in altri luoghi del macrotesto vittoriniano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.