A partire dai primi anni Sessanta l’infaticabile impulso creativo di Pier Paolo Pasolini, che in quel periodo si scinde lungo i rivoli di una sperimentazione che coinvolge anche codici espressivi non verbali, inizia a giovarsi anche degli stimoli provenienti da una nutrita serie di viaggi in Oriente e in Africa. Lì si ricercano gli scenari per i sopralluoghi in vista delle riprese di un film, ad esempio, ma non solo: sono anni in cui un Pasolini ormai prossimo al deflagrare del boom economico sottopone i propri miti a una revisione che riconosce nella realtà del Terzo Mondo i segni di una incorruttibilità del reale. Sulla base dei temi previsti dalla sessione Scrittori e intellettuali italiani del Novecento on the road, si propone l’indagine di un viaggio in particolare, quello che l’autore compie in India tra la fine del 1960 e l’inizio del 1961 in compagnia degli scrittori Alberto Moravia ed Elsa Morante, nonché dello ‘sbocco’ letterario di esso attraverso il resoconto L’odore dell’India. Articolato in una serie di contributi apparsi su «Il Giorno» nei mesi immediatamente successivi al viaggio e pubblicato nel 1962 in volume per Longanesi, L’odore dell’India, pur testimoniando l’osservazione di un mondo altro, reca traccia di categorie interpretative e topoi tipicamente pasoliniani (le folgoranti passeggiate notturne, l’assenza di volgarità nella miseria, i riferimenti alla borghesia). È il persistere dell’impronta dell’autore a contatto con la realtà indiana che si intende analizzare, in seno a una più ampia contestualizzazione relativa agli esempi di scrittura di viaggio di Pasolini e a un confronto con il ben più razionale Un’idea dell’India (Bompiani, 1962), scritto da Moravia nella stessa occasione.

«È meraviglioso viverci»: l'India di Pasolini tra passione e ideologia

Corinne Pontillo
2020-01-01

Abstract

A partire dai primi anni Sessanta l’infaticabile impulso creativo di Pier Paolo Pasolini, che in quel periodo si scinde lungo i rivoli di una sperimentazione che coinvolge anche codici espressivi non verbali, inizia a giovarsi anche degli stimoli provenienti da una nutrita serie di viaggi in Oriente e in Africa. Lì si ricercano gli scenari per i sopralluoghi in vista delle riprese di un film, ad esempio, ma non solo: sono anni in cui un Pasolini ormai prossimo al deflagrare del boom economico sottopone i propri miti a una revisione che riconosce nella realtà del Terzo Mondo i segni di una incorruttibilità del reale. Sulla base dei temi previsti dalla sessione Scrittori e intellettuali italiani del Novecento on the road, si propone l’indagine di un viaggio in particolare, quello che l’autore compie in India tra la fine del 1960 e l’inizio del 1961 in compagnia degli scrittori Alberto Moravia ed Elsa Morante, nonché dello ‘sbocco’ letterario di esso attraverso il resoconto L’odore dell’India. Articolato in una serie di contributi apparsi su «Il Giorno» nei mesi immediatamente successivi al viaggio e pubblicato nel 1962 in volume per Longanesi, L’odore dell’India, pur testimoniando l’osservazione di un mondo altro, reca traccia di categorie interpretative e topoi tipicamente pasoliniani (le folgoranti passeggiate notturne, l’assenza di volgarità nella miseria, i riferimenti alla borghesia). È il persistere dell’impronta dell’autore a contatto con la realtà indiana che si intende analizzare, in seno a una più ampia contestualizzazione relativa agli esempi di scrittura di viaggio di Pasolini e a un confronto con il ben più razionale Un’idea dell’India (Bompiani, 1962), scritto da Moravia nella stessa occasione.
2020
978-88-7667-815-8
Pier Paolo Pasolini, viaggio, L'odore dell'India, intellettuale, Alberto Moravia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/541004
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