Nel 2015 è stato pubblicato per Laterza il saggio di Guido Mazzoni I destini generali, una riflessione sul capitalismo contemporaneo in cui non si fatica a riconoscere l’eco delle critiche del Pasolini corsaro. La seconda parte del testo, dove si legge del resoconto di un viaggio a Berlino, contiene undici fotografie realizzate dall’autore dal suo i-pad e una disquisizione sui media contemporanei che prende avvio dal commento degli hashtag e delle fotografie postate su Instagram da un gruppo di adolescenti in visita al memoriale della Shoah. Un anno dopo è stato edito nella collana Homboldt di Quodlibet il fototesto di Giorgio Vasta e Ramak Fazel Absolutely Nothing. Storie e sparizioni nei deserti americani, in cui le fotografie di Fazel e di Giovanna Silva, fotografa e ideatrice della collana, accompagnano il racconto di Vasta tra gli ‘abandoned places’ americani. Tra le sezioni verbali del volume, si trovano i riferimenti alle sedute Skype che hanno visto coinvolti, a viaggio concluso, gli autori e Silva e che ben si integrano con il tessuto narrativo. Accomunati per statuto da un assetto intermediale e da una inclinazione odeporica, il rapporto tra la forma e il contenuto di queste opere, qui assunte come casi di studio, può essere letto attraverso la chiave offerta dalle interferenze tra gli schermi, i social media e la scrittura letteraria, sia essa di carattere saggistico o narrativo. Il contributo si propone dunque di indagare tali nessi, nonché gli scarti di senso e i nuclei tematici di cui si fanno portatori, anche in relazione ad aspetti di urgente contemporaneità.
Schermi in viaggio: interferenze dei dispositivi “sociovisuali” nella narrazione de I destini generali di Guido Mazzoni e di Absolutely nothing di Giorgio Vasta e Ramak Fazel
Corinne Pontillo
2021-01-01
Abstract
Nel 2015 è stato pubblicato per Laterza il saggio di Guido Mazzoni I destini generali, una riflessione sul capitalismo contemporaneo in cui non si fatica a riconoscere l’eco delle critiche del Pasolini corsaro. La seconda parte del testo, dove si legge del resoconto di un viaggio a Berlino, contiene undici fotografie realizzate dall’autore dal suo i-pad e una disquisizione sui media contemporanei che prende avvio dal commento degli hashtag e delle fotografie postate su Instagram da un gruppo di adolescenti in visita al memoriale della Shoah. Un anno dopo è stato edito nella collana Homboldt di Quodlibet il fototesto di Giorgio Vasta e Ramak Fazel Absolutely Nothing. Storie e sparizioni nei deserti americani, in cui le fotografie di Fazel e di Giovanna Silva, fotografa e ideatrice della collana, accompagnano il racconto di Vasta tra gli ‘abandoned places’ americani. Tra le sezioni verbali del volume, si trovano i riferimenti alle sedute Skype che hanno visto coinvolti, a viaggio concluso, gli autori e Silva e che ben si integrano con il tessuto narrativo. Accomunati per statuto da un assetto intermediale e da una inclinazione odeporica, il rapporto tra la forma e il contenuto di queste opere, qui assunte come casi di studio, può essere letto attraverso la chiave offerta dalle interferenze tra gli schermi, i social media e la scrittura letteraria, sia essa di carattere saggistico o narrativo. Il contributo si propone dunque di indagare tali nessi, nonché gli scarti di senso e i nuclei tematici di cui si fanno portatori, anche in relazione ad aspetti di urgente contemporaneità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.