I diari di lavorazione della seconda pellicola di Pier Paolo Pasolini, Mamma Roma (1962), compilati dallo stesso poeta-regista e da Carlo di Carlo, restituiscono le caratteristiche di due diversi modi di concepire la performance: scandita da un procedere per frammenti, da contrappunti anti-naturalistici nella visione di Pasolini; insofferente nei confronti di un’interpretazione che si consuma in dialoghi ‘sincopati’, in battute recitate una alla volta nella dimensione attoriale espressa dalla protagonista Anna Magnani. Com’è noto, i dissapori testimoniati durante le settimane di realizzazione di Mamma Roma si tradurranno in esplicito rammarico, sia da parte dell’attrice che, intervistata da Oriana Fallaci, lo definirà «un film anche commercialmente sbagliato» («L’Europeo», aprile 1963), sia dello scrittore, che a più riprese parlerà della scelta di Anna Magnani come di un ‘errore’ determinato dalla sua reale appartenenza al mondo piccolo borghese e dalla conseguente impossibilità a rendere sullo schermo le modalità interpretative di una «donna aspirante piccolo-borghese-cattolica» (Il sogno del centauro, 1963). Partendo dalla celebre collaborazione tra Magnani e Pasolini intorno a Mamma Roma, il contributo intende percorrere a ritroso il rapporto tra i due artisti anche alla luce dei documenti che precedono il sodalizio relativo al film. L’obiettivo, dunque, è quello di rintracciare le trasfigurazioni liriche e narrative del corpo dell’attrice e della sua espressività, nonché le loro valenze simboliche in seno al complessivo immaginario letterario dello scrittore, all’interno dei ritratti che Pasolini offre non solo, indirettamente, nella sceneggiatura, ma anche nei versi di La religione del mio tempo e in una selezione di brani in prosa e di articoli giornalistici.

«Lei non può che esprimersi cantando». Anna Magnani nello sguardo di Pier Paolo Pasolini

Corinne Pontillo
2022-01-01

Abstract

I diari di lavorazione della seconda pellicola di Pier Paolo Pasolini, Mamma Roma (1962), compilati dallo stesso poeta-regista e da Carlo di Carlo, restituiscono le caratteristiche di due diversi modi di concepire la performance: scandita da un procedere per frammenti, da contrappunti anti-naturalistici nella visione di Pasolini; insofferente nei confronti di un’interpretazione che si consuma in dialoghi ‘sincopati’, in battute recitate una alla volta nella dimensione attoriale espressa dalla protagonista Anna Magnani. Com’è noto, i dissapori testimoniati durante le settimane di realizzazione di Mamma Roma si tradurranno in esplicito rammarico, sia da parte dell’attrice che, intervistata da Oriana Fallaci, lo definirà «un film anche commercialmente sbagliato» («L’Europeo», aprile 1963), sia dello scrittore, che a più riprese parlerà della scelta di Anna Magnani come di un ‘errore’ determinato dalla sua reale appartenenza al mondo piccolo borghese e dalla conseguente impossibilità a rendere sullo schermo le modalità interpretative di una «donna aspirante piccolo-borghese-cattolica» (Il sogno del centauro, 1963). Partendo dalla celebre collaborazione tra Magnani e Pasolini intorno a Mamma Roma, il contributo intende percorrere a ritroso il rapporto tra i due artisti anche alla luce dei documenti che precedono il sodalizio relativo al film. L’obiettivo, dunque, è quello di rintracciare le trasfigurazioni liriche e narrative del corpo dell’attrice e della sua espressività, nonché le loro valenze simboliche in seno al complessivo immaginario letterario dello scrittore, all’interno dei ritratti che Pasolini offre non solo, indirettamente, nella sceneggiatura, ma anche nei versi di La religione del mio tempo e in una selezione di brani in prosa e di articoli giornalistici.
2022
978-88-5510-251-3
Pier Paolo Pasolini, Anna Magnani, sceneggiatura, letteratura, divismo, Mamma Roma
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/541012
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