Questa Capitolo s’inserisce nell’ambito delle ricerche sui sistemi regionali di innovazione ed in particolare sui distretti tecnologici cercando di approfondire il ruolo che in essi svolge la finanza innovativa. La prima parte propone una rassegna della letteratura più recente volta a delineare un quadro interpretativo dei distretti tecnologici. La seconda parte contiene un’analisi econometrica di tipo panel su un campione di banche locali per individuare quali componenti afferenti alla struttura, alla rischiosità della loro clientela, all’efficienza tecnico-operativa e alla loro solvibilità abbiano avuto maggiori ricadute sulla capacità di diversificare il sistema di offerta. La terza parte propone un modello econometrico che mette in relazione la redditività delle banche locali e alcuni indicatori costruiti sulle componenti dell’aggregato economico “ricavi netti da servizi” che contiene alcune poste espressive dei comparti finanziari del corporate e investment banking. Nella parte conclusiva, per poter monitorare anche gli aspetti relativi alla domanda dei servizi finanziari rientranti in questi due comparti, viene effettuata un’analisi comparata tra le imprese che, nel periodo compreso tra il 2006 e il 2008, sono state oggetto di investimenti nel loro capitale di rischio sotto diverse modalità e campioni di imprese specializzate nei settori identificativi dei distretti tecnologici italiani.
Analisi dei rapporti tra finanza innovativa e distretti tecnologici. Il contributo delle banche locali nei distretti Italiani
ARNONE, Massimo
2011-01-01
Abstract
Questa Capitolo s’inserisce nell’ambito delle ricerche sui sistemi regionali di innovazione ed in particolare sui distretti tecnologici cercando di approfondire il ruolo che in essi svolge la finanza innovativa. La prima parte propone una rassegna della letteratura più recente volta a delineare un quadro interpretativo dei distretti tecnologici. La seconda parte contiene un’analisi econometrica di tipo panel su un campione di banche locali per individuare quali componenti afferenti alla struttura, alla rischiosità della loro clientela, all’efficienza tecnico-operativa e alla loro solvibilità abbiano avuto maggiori ricadute sulla capacità di diversificare il sistema di offerta. La terza parte propone un modello econometrico che mette in relazione la redditività delle banche locali e alcuni indicatori costruiti sulle componenti dell’aggregato economico “ricavi netti da servizi” che contiene alcune poste espressive dei comparti finanziari del corporate e investment banking. Nella parte conclusiva, per poter monitorare anche gli aspetti relativi alla domanda dei servizi finanziari rientranti in questi due comparti, viene effettuata un’analisi comparata tra le imprese che, nel periodo compreso tra il 2006 e il 2008, sono state oggetto di investimenti nel loro capitale di rischio sotto diverse modalità e campioni di imprese specializzate nei settori identificativi dei distretti tecnologici italiani.File | Dimensione | Formato | |
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