Con il presente lavoro abbiamo voluto indagare le opinioniespresse dagli studenti del V anno del Corso di laurea in Medicina eChirurgia delle Università di Catania e Trieste nei confronti della “malattiamentale” (MM) e del “malato di mente” (ME), allo scopo di verificare lapresenza di atteggiamenti stigmatizzanti che costituiscono un ostacolo alricorso precoce ai servizi di diagnosi e cura da parte di chi è affetto dadisturbi mentali, la sua presa in carico da parte di questi ultimi ed ilsuccessivo reinserimento nel contesto sociale originario.METODI: L’indagine, effettuata utilizzando la scheda questionario propostada Ian R.H. Falloon - Buckingham Project, Aylesbury Vale Health Autorità,U.K. 1988, ha coinvolto 109 universitari (M:49.6%;F:50.4%) di età compresafra 22-27 anni (M:22-30aa; F:22-37 aa), età media 24.1aa(M:24.1aa;F:24.1aa).RISULTATI: È opinione condivisa dal 57.1% degli studenti che “le malattiementali sono come tutte le altre malattie” (M:54.2%;F:60.0%), l’84.9% nonritiene che “le persone che soffrono di malattie mentali sono curate meglionelle corsie chiuse degli ospedali” (M:86.4%; F:83.3%), mentre ammontanoal 71.4% della popolazione universitaria quelli che affermano “i modernitrattamenti per le malattie mentali danno degli ottimi risultati” (M:69.5%;F:73.3%). A proposito del malato di mente registriamo che il 90.8%degli universitari non è d’accordo con chi afferma “riesco sempre ariconoscere se una persona ha avuto un problema mentale” (M: 91.5%;F:90.0%), l’ 85.7% è dell’idea che “la maggior parte delle persone chesoffrono di malattie mentali non sono pericolose” (M:83.1%; F:88.3%) edun altro 93.3% si rivela estremamente fiducioso manifestando il propriodisaccordo nei confronti di chi afferma “le persone che hanno malattiementali non riescono mai a riprendersi” (M:93.2%;F:93.3%). Ancora, il99.2% della popolazione studentesca si dissociano da chi pensa che “lepersone che hanno avuto una malattia mentale non possono lavorare”(M:98.3%; F:100.0%) ed analogamente il 94.1% degli studenti manifesta ilproprio disaccordo da coloro i quali asseriscono “le persone che hannoavuto una malattia mentale non dovrebbero avere figli” (M:91.5%;F:96.7%).CONCLUSIONI: In buona sostanza i futuri medici riconoscono il diritto allavoro ed alla genitorialità a chi ha avuto una MM e sono fiduciosi sullecapacità di ripresa di chi ha una MM. Una minoranza degli universitariritiene ancora l’ospedale il luogo di cura più adeguato per il ME, è convintodella sua pericolosità e non pochi esprimono perplessità sull’efficacia deimoderni trattamenti delle MM, solo una esigua maggioranza equipara la MMalle altre malattie.

Opinioni espresse da un gruppo di studenti del V anno del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia delle Università di Catania e Trieste nei confronti della “malattia mentale” e del “malato di mente”.

FERRANTE, Margherita;FIORE, MARIA;OLIVERI CONTI, GEA MARZIA
2011-01-01

Abstract

Con il presente lavoro abbiamo voluto indagare le opinioniespresse dagli studenti del V anno del Corso di laurea in Medicina eChirurgia delle Università di Catania e Trieste nei confronti della “malattiamentale” (MM) e del “malato di mente” (ME), allo scopo di verificare lapresenza di atteggiamenti stigmatizzanti che costituiscono un ostacolo alricorso precoce ai servizi di diagnosi e cura da parte di chi è affetto dadisturbi mentali, la sua presa in carico da parte di questi ultimi ed ilsuccessivo reinserimento nel contesto sociale originario.METODI: L’indagine, effettuata utilizzando la scheda questionario propostada Ian R.H. Falloon - Buckingham Project, Aylesbury Vale Health Autorità,U.K. 1988, ha coinvolto 109 universitari (M:49.6%;F:50.4%) di età compresafra 22-27 anni (M:22-30aa; F:22-37 aa), età media 24.1aa(M:24.1aa;F:24.1aa).RISULTATI: È opinione condivisa dal 57.1% degli studenti che “le malattiementali sono come tutte le altre malattie” (M:54.2%;F:60.0%), l’84.9% nonritiene che “le persone che soffrono di malattie mentali sono curate meglionelle corsie chiuse degli ospedali” (M:86.4%; F:83.3%), mentre ammontanoal 71.4% della popolazione universitaria quelli che affermano “i modernitrattamenti per le malattie mentali danno degli ottimi risultati” (M:69.5%;F:73.3%). A proposito del malato di mente registriamo che il 90.8%degli universitari non è d’accordo con chi afferma “riesco sempre ariconoscere se una persona ha avuto un problema mentale” (M: 91.5%;F:90.0%), l’ 85.7% è dell’idea che “la maggior parte delle persone chesoffrono di malattie mentali non sono pericolose” (M:83.1%; F:88.3%) edun altro 93.3% si rivela estremamente fiducioso manifestando il propriodisaccordo nei confronti di chi afferma “le persone che hanno malattiementali non riescono mai a riprendersi” (M:93.2%;F:93.3%). Ancora, il99.2% della popolazione studentesca si dissociano da chi pensa che “lepersone che hanno avuto una malattia mentale non possono lavorare”(M:98.3%; F:100.0%) ed analogamente il 94.1% degli studenti manifesta ilproprio disaccordo da coloro i quali asseriscono “le persone che hannoavuto una malattia mentale non dovrebbero avere figli” (M:91.5%;F:96.7%).CONCLUSIONI: In buona sostanza i futuri medici riconoscono il diritto allavoro ed alla genitorialità a chi ha avuto una MM e sono fiduciosi sullecapacità di ripresa di chi ha una MM. Una minoranza degli universitariritiene ancora l’ospedale il luogo di cura più adeguato per il ME, è convintodella sua pericolosità e non pochi esprimono perplessità sull’efficacia deimoderni trattamenti delle MM, solo una esigua maggioranza equipara la MMalle altre malattie.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/56638
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact