Cerealicoltura e panificazione in Cappadocia

In the framework of the reconstruction of the geographical layout of Roman Cappadocia, within the broader Anatolian peninsular context, the in-depth analysis of ancient sources – especially literary, but also archaeological and epigraphic – related to cereal production in the region provides interesting information both on the economic dynamics triggered not only by rural areas but also by the urban centres and elites residing there, who exported and/or imported the products of graniculture, as well as on the socio-cultural aspects connected with the bread-making activity of the Cappadocians both at home and “abroad”, even in places far away from Anatolia, and also on the socio-political significance of euergetism in a region such as Cappadocia, with no direct access to the sea, particularly during years of shortage or famine or even in calamitous circumstances such as insect invasions or climatic adversities.

Nel quadro ricostruttivo dell’assetto geografico della Cappadocia romana, all’interno del più vasto contesto peninsulare anatolico, l’analisi approfondita delle fonti antiche – soprattutto letterarie, ma anche archeologiche ed epigrafiche – riconducibili alla produzione cerealicola della regione fornisce interessanti informazioni sia sulle dinamiche economiche innescate non soltanto dalle aree rurali ma anche dai centri urbani e dalle élites ivi residenti, che esportavano e/o importavano i prodotti della granicoltura, sia sugli aspetti socio-culturali connessi con l’attività di panificazione dei Cappadoci tanto in patria quanto “all’estero”, anche in luoghi molto distanti dall’Anatolia, sia ancora sul significato socio-politico dell’evergetismo in una regione come la Cappadocia, priva di sbocchi diretti sul mare, in particolare durante annate di penuria o in occasione di carestie oppure ancora in circostanze calamitose, quali invasioni di insetti o avversità climatiche.