Lo scritto, muovendo dalla ricognizione dei principi elaborati dalla giurisprudenza costituzionale in tema di ammissibilità dei referendum elettorali, perviene all'evidenziazione delle ambiguità che circondano l'uso dello strumento referendario in materia elettorale, in particolare allorché esso assume carattere sostanzialmente, per così dire, manipolativo, in contraddizione con la destinazine meramente ablatoria dell'efficacia di norme vigenti assegnatagli dalla Costituzione. In tale ottica l'analisi si sposta ad esaminare se l'ammissibilità dei referendum elettorali esprima effettivamente un potenziamento delle capacità decisionali dei cittadini ovvero non si ritorca, a dispetto delle intenzioni, in uno strumento contrario all'allargamento della partecipazione democratica, soprattutto in considerazione della circostanza che la formulazione dei quesiti referendari richiede in tali situazioni conoscenze tecniche e di drafting normativo, che consegnano l'effettiva consapevolezza delle conseguenze dell'abrogazione referendaria al solo Comitato dei promotori. In conclusione la ricerca, assumendo prospettive più generali, si sofferma sull'opportunità di ripensare gli strumenti di democrazia diretta unitamente all'avvio delle auspicate riforme istituzionali onde far rientrare l'istituto previsto nell'art. 75 della Costituzione nell'alveo naturale di mezzo preposto esclusivamente all'abrogazione di norme vigenti anziché alla surrettizia introduzione di nuove norme nell'ordinamento, secondo l'esempio segnato dall'esperienza dei referendum elettorali.
A proposito dell'ammissibilità del referendum abrogativo in materia elettorale
CIANCIO, Adriana
2010-01-01
Abstract
Lo scritto, muovendo dalla ricognizione dei principi elaborati dalla giurisprudenza costituzionale in tema di ammissibilità dei referendum elettorali, perviene all'evidenziazione delle ambiguità che circondano l'uso dello strumento referendario in materia elettorale, in particolare allorché esso assume carattere sostanzialmente, per così dire, manipolativo, in contraddizione con la destinazine meramente ablatoria dell'efficacia di norme vigenti assegnatagli dalla Costituzione. In tale ottica l'analisi si sposta ad esaminare se l'ammissibilità dei referendum elettorali esprima effettivamente un potenziamento delle capacità decisionali dei cittadini ovvero non si ritorca, a dispetto delle intenzioni, in uno strumento contrario all'allargamento della partecipazione democratica, soprattutto in considerazione della circostanza che la formulazione dei quesiti referendari richiede in tali situazioni conoscenze tecniche e di drafting normativo, che consegnano l'effettiva consapevolezza delle conseguenze dell'abrogazione referendaria al solo Comitato dei promotori. In conclusione la ricerca, assumendo prospettive più generali, si sofferma sull'opportunità di ripensare gli strumenti di democrazia diretta unitamente all'avvio delle auspicate riforme istituzionali onde far rientrare l'istituto previsto nell'art. 75 della Costituzione nell'alveo naturale di mezzo preposto esclusivamente all'abrogazione di norme vigenti anziché alla surrettizia introduzione di nuove norme nell'ordinamento, secondo l'esempio segnato dall'esperienza dei referendum elettorali.File | Dimensione | Formato | |
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