Il saggio contiene parte dei risultati di una più ampia ricerca che – attraverso alcuni denominatori comuni sono contenuti nei raccolti nei diversi capitoli del volume – ha come obiettivo specifico la ricostruzione della mappa dei gruppi e/o movimenti religiosi non cattolici presenti a Catania e nel suo hinterland. In particolare questo saggio si occupa dei gruppi protestanti, storici e pentecostali. La prima parte è dedicata alla descrizione e all’articolazione dei vari protestantesimi, tenuto conto della necessità di individuare una specifica logica descrittiva nella aggregazione dei numerosi gruppi e/o movimenti che costella la galassia protestante. Fin dalle prime pagine, si è cercato inoltre di ricostruire le possibili definizioni «storiche» del protestantesimo. Tali definizioni, infatti, hanno trovato collocazione geografica soprattutto in Europa, dove vi è una percentuale di eredi diretti della Riforma “storica” sul totale dei «protestanti» più importante rispetto agli Stati Uniti e all’America Latina, dove la prevalenza numerica di altre tradizioni (battisti, pentecostali) ha messo in crisi il tentativo di una ricostruzione di un albero genealogico che faccia riferimento alla storia. Premesse queste che, oltre a comporre il mosaico protestante, giustificano l’utilizzo del concetto di protestantesimi, al plurale. Partendo da questa impostazione ci è sembrato opportuno fare nostro il modello interpretativo (di carattere sociologico) del fenomeno «protestante» proposto da Roger Finke e Rodney Stark (1992). Tale modello insiste – e per questo è stato oggetto di numerose critiche – in particolare, su fattori di carattere sociale ed economico. La tipologia distingue, schematicamente, fra tre protestantesimi (il primo, il secondo e il terzo, secondo una distinzione che è sia storica sia dottrinale), cui si aggiunge il protestantesimo pentecostale. Accanto alla “Riforma storica”, dunque, viene accostata una seconda linea di riforma che muove dalla “Riforma radicale” in conflitto e in contestazione con i padri storici della prima Riforma. Questo protestantesimo radicale è in genere considerato parte integrante e imprescindibile dell’eredità protestante, ma presenta caratteristiche peculiari. Inoltre, al mondo protestante classico si sono avvicinate anche denominazioni nate dalla «corrente metafisica» con riferimento a realtà che rientrano nella categoria più generale delle «religioni di guarigione». Distinte dalle Chiese, comunità e denominazioni sono le parachiese, strutture di servizio che si pongono al servizio di una pluralità di realtà protestanti diverse e che operano per l’animazione cristiano-evangelica della società senza cercare di avviare chi entra in contatto con la loro a una denominazione particolare. Affrontate queste importanti questioni, al fine di contribuire alla mappatura, nella seconda parte del saggio sono riportati ed illustrati i dati relativi alla consistenza numerica, stimata e raffrontata con i dati nazionali, dei nostri gruppi e/o movimenti religiosi non cattolici presenti a Catania, che si richiamano a questa radice protestante e pentecostale nel rispetto della scelta metodologica fatta ai fini della classificazione.
LA MAPPA DEI GRUPPI E MOVIMENTI RELIGIOSI NON CATTOLICI A CATANIA
LA BELLA, MARCO VALERIO LIVIO
2004-01-01
Abstract
Il saggio contiene parte dei risultati di una più ampia ricerca che – attraverso alcuni denominatori comuni sono contenuti nei raccolti nei diversi capitoli del volume – ha come obiettivo specifico la ricostruzione della mappa dei gruppi e/o movimenti religiosi non cattolici presenti a Catania e nel suo hinterland. In particolare questo saggio si occupa dei gruppi protestanti, storici e pentecostali. La prima parte è dedicata alla descrizione e all’articolazione dei vari protestantesimi, tenuto conto della necessità di individuare una specifica logica descrittiva nella aggregazione dei numerosi gruppi e/o movimenti che costella la galassia protestante. Fin dalle prime pagine, si è cercato inoltre di ricostruire le possibili definizioni «storiche» del protestantesimo. Tali definizioni, infatti, hanno trovato collocazione geografica soprattutto in Europa, dove vi è una percentuale di eredi diretti della Riforma “storica” sul totale dei «protestanti» più importante rispetto agli Stati Uniti e all’America Latina, dove la prevalenza numerica di altre tradizioni (battisti, pentecostali) ha messo in crisi il tentativo di una ricostruzione di un albero genealogico che faccia riferimento alla storia. Premesse queste che, oltre a comporre il mosaico protestante, giustificano l’utilizzo del concetto di protestantesimi, al plurale. Partendo da questa impostazione ci è sembrato opportuno fare nostro il modello interpretativo (di carattere sociologico) del fenomeno «protestante» proposto da Roger Finke e Rodney Stark (1992). Tale modello insiste – e per questo è stato oggetto di numerose critiche – in particolare, su fattori di carattere sociale ed economico. La tipologia distingue, schematicamente, fra tre protestantesimi (il primo, il secondo e il terzo, secondo una distinzione che è sia storica sia dottrinale), cui si aggiunge il protestantesimo pentecostale. Accanto alla “Riforma storica”, dunque, viene accostata una seconda linea di riforma che muove dalla “Riforma radicale” in conflitto e in contestazione con i padri storici della prima Riforma. Questo protestantesimo radicale è in genere considerato parte integrante e imprescindibile dell’eredità protestante, ma presenta caratteristiche peculiari. Inoltre, al mondo protestante classico si sono avvicinate anche denominazioni nate dalla «corrente metafisica» con riferimento a realtà che rientrano nella categoria più generale delle «religioni di guarigione». Distinte dalle Chiese, comunità e denominazioni sono le parachiese, strutture di servizio che si pongono al servizio di una pluralità di realtà protestanti diverse e che operano per l’animazione cristiano-evangelica della società senza cercare di avviare chi entra in contatto con la loro a una denominazione particolare. Affrontate queste importanti questioni, al fine di contribuire alla mappatura, nella seconda parte del saggio sono riportati ed illustrati i dati relativi alla consistenza numerica, stimata e raffrontata con i dati nazionali, dei nostri gruppi e/o movimenti religiosi non cattolici presenti a Catania, che si richiamano a questa radice protestante e pentecostale nel rispetto della scelta metodologica fatta ai fini della classificazione.File | Dimensione | Formato | |
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