Il trend generale di depauperamento delle risorse primarie, con il conseguente aumento della loro fragilità e vulnerabilità, ha portato all’indebolimento delle filiere produttive (e di consumo) maggiormente connesse al territorio (Magnaghi, 2020). Dinamiche non nuove, poiché attive da almeno un cinquantennio, che hanno conosciuto un’accelerazione negli ultimi due anni a causa di accadimenti legati direttamente e indirettamente alle attività umane. La recente pandemia da Covid-19 e il conflitto bellico russo-ucraino hanno, in modo diverso, mostrato come i sistemi produttivi ad alta intensità di capitali con un’altrettanto elevata concentrazione oligopolistica siano sempre più spesso incapaci di sostenere mutamenti improvvisi e duraturi (McMichael, 2013, pp. 41-61; Zoani, 2020). Questi processi hanno impattato in maniera diversa a livello globale, interessando anche gli Stati Uniti d’America in cui, in maniera particolare, il sistema produttivo agroalimentare è caratterizzato da una forte concentrazione proprietaria e da un alto livello di industrializzazione (Giraux et al., 2022). La conseguenza di tali fenomeni ha fatto sì che si interrompessero le catene produttive e distributive (Rodríguez-Cohard et al., 2021; Leuthart et al., 2021). Diversamente i sistemi produttivi a bassa intensità, diversificati e territorialmente distribuiti, hanno permesso il funzionamento del sistema durante le più recenti contingenze, superando il tabù della piccola e media proprietà contadina, permettendo che le filiere produttive agroalimentari continuassero a garantire i necessari approvvigionamenti alle città (OECD, 2020). Sistemi, questi, già ampiamente sperimentati e che hanno visto, per esempio nelle “reti agroalimentari alternative” (gli Alternative Food Network della letteratura anglosassone), canali di rifornimento capaci di resistere agli shock esterni, seppur con qualche limite strutturale. Riconoscendone per queste motivazioni l’utilità, recentemente si sono intensificati i tentativi di dare loro supporto istituzionale attraverso piani e politiche del cibo promossi a livello locale (Forno et al., 2016). La creazione di networks in grado di incorporare conoscenze locali, autoctone e innovative e fare incontrare diversi attori per la produzione e il consumo di cibo permetterebbe di avviare una lenta trasformazione culturale verso gli alimenti sostenibili basati sul concetto di resilienza di comunità. Esempi come questi, anche se aumentati negli ultimi anni, tendono a rimanere ancora di nicchia a causa dei meccanismi di trasferimento delle informazioni e degli alti costi di filiera. Nonostante ciò. siccome l’insicurezza alimentare non è un problema lontano e tende a colpire anche le economie pienamente sviluppate, come abbiamo visto in Europa e negli USA durante la recente crisi sanitaria ed economica, abbiamo voluto verificarne l’esistenza ed eventualmente la creazione nelle “Terre Alte” dello Stato dell’Indiana negli Stati Uniti d’America (Nantz et al., 2020).

Sviluppo rurale e mutamenti nelle filiere agroalimentari nelle “Terre Alte” nel sud-ovest dell’Indiana (USA)

Petino Gianni
Primo
Conceptualization
2023-01-01

Abstract

Il trend generale di depauperamento delle risorse primarie, con il conseguente aumento della loro fragilità e vulnerabilità, ha portato all’indebolimento delle filiere produttive (e di consumo) maggiormente connesse al territorio (Magnaghi, 2020). Dinamiche non nuove, poiché attive da almeno un cinquantennio, che hanno conosciuto un’accelerazione negli ultimi due anni a causa di accadimenti legati direttamente e indirettamente alle attività umane. La recente pandemia da Covid-19 e il conflitto bellico russo-ucraino hanno, in modo diverso, mostrato come i sistemi produttivi ad alta intensità di capitali con un’altrettanto elevata concentrazione oligopolistica siano sempre più spesso incapaci di sostenere mutamenti improvvisi e duraturi (McMichael, 2013, pp. 41-61; Zoani, 2020). Questi processi hanno impattato in maniera diversa a livello globale, interessando anche gli Stati Uniti d’America in cui, in maniera particolare, il sistema produttivo agroalimentare è caratterizzato da una forte concentrazione proprietaria e da un alto livello di industrializzazione (Giraux et al., 2022). La conseguenza di tali fenomeni ha fatto sì che si interrompessero le catene produttive e distributive (Rodríguez-Cohard et al., 2021; Leuthart et al., 2021). Diversamente i sistemi produttivi a bassa intensità, diversificati e territorialmente distribuiti, hanno permesso il funzionamento del sistema durante le più recenti contingenze, superando il tabù della piccola e media proprietà contadina, permettendo che le filiere produttive agroalimentari continuassero a garantire i necessari approvvigionamenti alle città (OECD, 2020). Sistemi, questi, già ampiamente sperimentati e che hanno visto, per esempio nelle “reti agroalimentari alternative” (gli Alternative Food Network della letteratura anglosassone), canali di rifornimento capaci di resistere agli shock esterni, seppur con qualche limite strutturale. Riconoscendone per queste motivazioni l’utilità, recentemente si sono intensificati i tentativi di dare loro supporto istituzionale attraverso piani e politiche del cibo promossi a livello locale (Forno et al., 2016). La creazione di networks in grado di incorporare conoscenze locali, autoctone e innovative e fare incontrare diversi attori per la produzione e il consumo di cibo permetterebbe di avviare una lenta trasformazione culturale verso gli alimenti sostenibili basati sul concetto di resilienza di comunità. Esempi come questi, anche se aumentati negli ultimi anni, tendono a rimanere ancora di nicchia a causa dei meccanismi di trasferimento delle informazioni e degli alti costi di filiera. Nonostante ciò. siccome l’insicurezza alimentare non è un problema lontano e tende a colpire anche le economie pienamente sviluppate, come abbiamo visto in Europa e negli USA durante la recente crisi sanitaria ed economica, abbiamo voluto verificarne l’esistenza ed eventualmente la creazione nelle “Terre Alte” dello Stato dell’Indiana negli Stati Uniti d’America (Nantz et al., 2020).
2023
9788894690132
Midwest, Uplands, Indiana, Covid-19, Sviluppo rurale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/581669
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