It is widely known that Galen’s reputation as an excellent physician remained intact even many centuries after his death, at least until the Renaissance age; less well known, however, are his equally undoubted qualities as a philologist and lexicographer, skills that are closely connected to the literary production of our professional, both from the point of view of the relationship with the ecdotics of the oldest texts, which Galen himself came into possession of during his long life, and from the point of view of the influence that these texts, especially the comic ones (but also the tragic ones), exerted on his own choice of medical terminology. The paper shows how Galen, while doubting the strictly formative value of comic poetry, undoubtedly recognised its pragmatic usefulness in the field of precision, lexical richness and the adoption of particular vocabulary understood without equivocation by as many people as possible; to tragedy, on the other hand, the physician attributed a high educational value, an ethical content applicable by the individual in public life and in particular by the wise in the face of adversity.

È ampiamente risaputo che la fama di Galeno in quanto medico eccellente si mantenne intatta anche a distanza di molti secoli dalla sua morte, almeno fino all’età rinascimentale; meno note, invece, sono le sue altrettanto indubbie qualità di filologo e lessicografo, competenze strettamente connesse con la stessa produzione letteraria del nostro professionista sia dal punto di vista del rapporto con l’ecdotica dei testi più antichi, dei quali Galeno medesimo riuscì ad entrare in possesso nel corso della sua lunga esistenza, sia dal punto di vista dell’influsso che detti testi, in particolare quelli comici (ma anche quelli tragici), esercitarono sulle sue stesse scelte terminologiche in àmbito medico. Il contributo mostra come Galeno, pur dubitando del valore strettamente formativo della poesia comica, le riconoscesse indubbiamente un’utilità pragmatica nel campo della precisione, della ricchezza lessicale e dell’adozione di particolari vocaboli compresi senza equivoci di sorta dal maggior numero possibile di persone; alla tragedia, invece, il medico attribuì un alto valore educativo, un contenuto etico applicabile dall’individuo nella vita pubblica e in particolare dal sapiente di fronte alle avversità.

Fortuna della commedia antica nel II secolo d.C.: il medico Galeno tra filologia e lessicografia

Gaetano Arena
2023-01-01

Abstract

It is widely known that Galen’s reputation as an excellent physician remained intact even many centuries after his death, at least until the Renaissance age; less well known, however, are his equally undoubted qualities as a philologist and lexicographer, skills that are closely connected to the literary production of our professional, both from the point of view of the relationship with the ecdotics of the oldest texts, which Galen himself came into possession of during his long life, and from the point of view of the influence that these texts, especially the comic ones (but also the tragic ones), exerted on his own choice of medical terminology. The paper shows how Galen, while doubting the strictly formative value of comic poetry, undoubtedly recognised its pragmatic usefulness in the field of precision, lexical richness and the adoption of particular vocabulary understood without equivocation by as many people as possible; to tragedy, on the other hand, the physician attributed a high educational value, an ethical content applicable by the individual in public life and in particular by the wise in the face of adversity.
2023
978-88-3315-493-0
È ampiamente risaputo che la fama di Galeno in quanto medico eccellente si mantenne intatta anche a distanza di molti secoli dalla sua morte, almeno fino all’età rinascimentale; meno note, invece, sono le sue altrettanto indubbie qualità di filologo e lessicografo, competenze strettamente connesse con la stessa produzione letteraria del nostro professionista sia dal punto di vista del rapporto con l’ecdotica dei testi più antichi, dei quali Galeno medesimo riuscì ad entrare in possesso nel corso della sua lunga esistenza, sia dal punto di vista dell’influsso che detti testi, in particolare quelli comici (ma anche quelli tragici), esercitarono sulle sue stesse scelte terminologiche in àmbito medico. Il contributo mostra come Galeno, pur dubitando del valore strettamente formativo della poesia comica, le riconoscesse indubbiamente un’utilità pragmatica nel campo della precisione, della ricchezza lessicale e dell’adozione di particolari vocaboli compresi senza equivoci di sorta dal maggior numero possibile di persone; alla tragedia, invece, il medico attribuì un alto valore educativo, un contenuto etico applicabile dall’individuo nella vita pubblica e in particolare dal sapiente di fronte alle avversità.
Culture, Society, Second Sophistic, Comic and tragic poetry, Medical treatises.
Cultura, società, Seconda Sofistica, poesia comica e tragica, trattati di medicina.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/581934
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