L’itinerario scandito nel saggio mostra come il divieto di violenza contro il genere femminile – originariamente radicato nella considerazione della donna come essere che si distingue o pretende di distinguersi dall’uomo per essere inabile alle armi e solo più di recente ispirato a modelli di protezione non più schiacciati sull’enfatizzazione paternalistica della presunta natura femminile e della vittima femminilizzata – abbia rappresentato nell’arena internazionale «un luogo ideale della ragione occidentale» per regolare il conflitto bellico e storicamente un dato costitutivo per l’immaginazione della comunità giuridica internazionale e per la definizione delle sue norme di inclusione e di azione.
Guerra e divieto di violenza contro le donne. Note minime sull’utilizzo di un incisivo tópos etico-giuridico
Maria Sole Testuzza
2023-01-01
Abstract
L’itinerario scandito nel saggio mostra come il divieto di violenza contro il genere femminile – originariamente radicato nella considerazione della donna come essere che si distingue o pretende di distinguersi dall’uomo per essere inabile alle armi e solo più di recente ispirato a modelli di protezione non più schiacciati sull’enfatizzazione paternalistica della presunta natura femminile e della vittima femminilizzata – abbia rappresentato nell’arena internazionale «un luogo ideale della ragione occidentale» per regolare il conflitto bellico e storicamente un dato costitutivo per l’immaginazione della comunità giuridica internazionale e per la definizione delle sue norme di inclusione e di azione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.