Oggetto del lavoro è l’ancora aperto problema, di ordine strettamente processuale, posto dalla concorrenza, in età imperiale, tra la preesistente querela inofficiosi testamenti attuata nelle forme dell’ordo e quella che trovava ora applicazione anche nell’ambito della cognitio extra ordinem per il tramite dei septemviri. Nonostante di tale collegio giudicante la dottrina romanistica abbia avuto già modo di occuparsi tanto in passato quanto di recente, irrisolti appaiono tuttavia, ancora oggi, diversi interrogativi, che concernono, in particolare, l’origine di tale organo, la natura dei iudicia svolgentisi davanti ad esso, la sua competenza giudiziaria ed i rapporti con quella degli altri organi ugualmente giudicanti in materia di inofficiosità testamentaria. La disparità di vedute in ordine a tali aspetti giustifica allora l’opportunità di una loro rinnovata attenzione e rivisitazione che, per un verso, possa consentire all’interprete di vagliare con maggiore attenzione le diverse e contrastanti opinioni dottrinarie, scegliendo, con più consapevolezza di quanto si sia finora fatto, quella più fondata o, comunque, più verosimile e, se del caso, di prospettare nuove soluzioni e, per altro verso, proprio nella misura in cui mira a gettare nuova luce sul ruolo e l’importanza di un organo tra i più misconosciuti dell’intera organizzazione giudiziaria romana, possa condurre ad una visione più completa del complesso apparato giudiziario dell’età del Principato e ad un quadro più compiuto dell’amministrazione della giustizia in tale periodo.

«Septemviralia iudicia». Contributo alla storia della «querela inofficiosi testamenti» in età classica

ARCARIA, Francesco
2009-01-01

Abstract

Oggetto del lavoro è l’ancora aperto problema, di ordine strettamente processuale, posto dalla concorrenza, in età imperiale, tra la preesistente querela inofficiosi testamenti attuata nelle forme dell’ordo e quella che trovava ora applicazione anche nell’ambito della cognitio extra ordinem per il tramite dei septemviri. Nonostante di tale collegio giudicante la dottrina romanistica abbia avuto già modo di occuparsi tanto in passato quanto di recente, irrisolti appaiono tuttavia, ancora oggi, diversi interrogativi, che concernono, in particolare, l’origine di tale organo, la natura dei iudicia svolgentisi davanti ad esso, la sua competenza giudiziaria ed i rapporti con quella degli altri organi ugualmente giudicanti in materia di inofficiosità testamentaria. La disparità di vedute in ordine a tali aspetti giustifica allora l’opportunità di una loro rinnovata attenzione e rivisitazione che, per un verso, possa consentire all’interprete di vagliare con maggiore attenzione le diverse e contrastanti opinioni dottrinarie, scegliendo, con più consapevolezza di quanto si sia finora fatto, quella più fondata o, comunque, più verosimile e, se del caso, di prospettare nuove soluzioni e, per altro verso, proprio nella misura in cui mira a gettare nuova luce sul ruolo e l’importanza di un organo tra i più misconosciuti dell’intera organizzazione giudiziaria romana, possa condurre ad una visione più completa del complesso apparato giudiziario dell’età del Principato e ad un quadro più compiuto dell’amministrazione della giustizia in tale periodo.
2009
88-14-15251-9
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/58708
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