The impressive literary output by children of Holocaust survivors that emerged in the 1980s and 1990s by the twenty-first century has grown into a remarkably multifaceted phenomenon. Second- and third-generation British Jewish writing appears to be contoured according to the metaphysically and psychologically disruptive dimensions of the traumatic Holocaust experience. Inflected by a postmemorial sensibility (Hirsch 1997) born of a profound identity crisis (Bartov 2000: 229), this writing inhabits an “imagined world” of “impending destruction” (Patraka 1999: 56). However, in “providing new epistemological vantage points and emerging moral-political interdependencies” (Levy and Sznaider 2006: 87), post-Holocaust memory does heed to the vulnerabilities of unrecognised experiences and disregarded memorial traditions (Tylee 2006: 11-21). It thus eschews the sacrificial aesthetics prevailing in the universalising vocabulary of canonical Holocaust literature, interrupting its victimisation patterns. The essay examines the contribution to contemporary British-Jewish writing of Lisa Appignanesi’s memoir Losing the Dead (1999) and her novel The Memory Man (2004), with a focus on those textual features that enact Appignanesi’s second-generational reclamation of this muted discourse within Holocaust memory through self-conscious rhetorical modes of Holocaust representation.

La vasta produzione letteraria dei/lle figli/e di sopravvissuti dell’Olocausto emersa negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso ha assunto nel nuovo millennio le proporzioni di un fenomeno assai sfaccettato. Gli scritti di ebrei inglesi di seconda e terza generazione partecipano delle dimensioni metafisiche e psicologiche distruttive dell’esperienza traumatica dell’Olocausto: contrassegnati da una sensibilità postmemoriale (Hirsch 1997) frutto di una profonda crisi identitaria (Bartov 2000: 229), questi scritti abitano un “mondo immaginato” di “distruzione incombente” (Patraka 1999: 56). E tuttavia, “nuove posizioni epistemologicamente privilegiate e l’emergere di inedite interdipendenze etico-politiche” (Levy and Sznaider 2006: 87), contribuiscono ad articolare una memoria post-Olocausto attenta ad esperienze di vulnerabilità misconosciute e a tradizioni memoriali disattese (Tylee 2006: 11-21). Questi scritti rifuggono dall’estetica sacrificale prevalente nel vocabolario universalistico della letteratura canonica sull’Olocausto, interrompendone così gli schemi di vittimizzazione. Il saggio esamina il memoir Losing the Dead (1999) e il romanzo The Memory Man (2004) di Lisa Appignanesi per il loro contributo alla letteratura ebreo-inglese contemporanea, con particolare attenzione a quegli aspetti testuali che recuperano i silenzi del discorso memoriale sull’Olocausto attraverso modalità retoriche sorvegliate di rappresentazione postmemoriale.

“Hidden in Plain Sight: The Vulnerable Shapes of Lisa Appignanesi’s Holocaust Narratives”

NICOLOSI, MARIA GRAZIA
2017-01-01

Abstract

The impressive literary output by children of Holocaust survivors that emerged in the 1980s and 1990s by the twenty-first century has grown into a remarkably multifaceted phenomenon. Second- and third-generation British Jewish writing appears to be contoured according to the metaphysically and psychologically disruptive dimensions of the traumatic Holocaust experience. Inflected by a postmemorial sensibility (Hirsch 1997) born of a profound identity crisis (Bartov 2000: 229), this writing inhabits an “imagined world” of “impending destruction” (Patraka 1999: 56). However, in “providing new epistemological vantage points and emerging moral-political interdependencies” (Levy and Sznaider 2006: 87), post-Holocaust memory does heed to the vulnerabilities of unrecognised experiences and disregarded memorial traditions (Tylee 2006: 11-21). It thus eschews the sacrificial aesthetics prevailing in the universalising vocabulary of canonical Holocaust literature, interrupting its victimisation patterns. The essay examines the contribution to contemporary British-Jewish writing of Lisa Appignanesi’s memoir Losing the Dead (1999) and her novel The Memory Man (2004), with a focus on those textual features that enact Appignanesi’s second-generational reclamation of this muted discourse within Holocaust memory through self-conscious rhetorical modes of Holocaust representation.
2017
9780415788298
La vasta produzione letteraria dei/lle figli/e di sopravvissuti dell’Olocausto emersa negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso ha assunto nel nuovo millennio le proporzioni di un fenomeno assai sfaccettato. Gli scritti di ebrei inglesi di seconda e terza generazione partecipano delle dimensioni metafisiche e psicologiche distruttive dell’esperienza traumatica dell’Olocausto: contrassegnati da una sensibilità postmemoriale (Hirsch 1997) frutto di una profonda crisi identitaria (Bartov 2000: 229), questi scritti abitano un “mondo immaginato” di “distruzione incombente” (Patraka 1999: 56). E tuttavia, “nuove posizioni epistemologicamente privilegiate e l’emergere di inedite interdipendenze etico-politiche” (Levy and Sznaider 2006: 87), contribuiscono ad articolare una memoria post-Olocausto attenta ad esperienze di vulnerabilità misconosciute e a tradizioni memoriali disattese (Tylee 2006: 11-21). Questi scritti rifuggono dall’estetica sacrificale prevalente nel vocabolario universalistico della letteratura canonica sull’Olocausto, interrompendone così gli schemi di vittimizzazione. Il saggio esamina il memoir Losing the Dead (1999) e il romanzo The Memory Man (2004) di Lisa Appignanesi per il loro contributo alla letteratura ebreo-inglese contemporanea, con particolare attenzione a quegli aspetti testuali che recuperano i silenzi del discorso memoriale sull’Olocausto attraverso modalità retoriche sorvegliate di rappresentazione postmemoriale.
Lisa Appignanesi, "Losing the Dead", "The Memory Man", Holocaust, transgenerational trauma, postmemorial literature, contemporary English-Jewish fictional and autobiographical narratives
Lisa Appignanesi, "Losing the Dead", "The Memory Man", Olocausto, trauma transgenerazionale, letteratura postmemoriale, narrativa e scrittura autobiografica ebreo-inglese contemporanea; Lisa Appignanesi, "Losing the Dead", "The Memory Man", Holocaust, transgenerational trauma, postmemorial literature, contemporary English-Jewish fictional and autobiographical narratives
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/58954
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus 1
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact