Il frame work di questo scritto può essere riassunto nella dimensione comunitaria del contesto che, al di là del carattere polisemico e per sua natura complesso del termine, fa da riferimento alla cittadinanza e nella quale essa si esplica. Certamente, la centralità del contesto locale implicito nell’idea di cittadinanza ne fa il banco di prova dei processi volti a modificare i modelli di relazioni tra governati e governanti. Al di là degli aspetti amministrativi, il quadro di riferimento è però qui rappresentato dalla natura dei contesti come spazi culturali di vicinanza alle appartenenze sociali e territoriali di ciascun cittadino. Da qui il concetto di cittadinanza multipla e variabile da persona a persona a seconda delle sue appartenenze sentite. Il cittadino è sempre un co-cittadino, una persona, cioè, che vive con altri in una dimensione relazionale che implica la duplice dinamica, da un lato, dell’appartenere (noi), e, dall’altro, del differenziarsi (gli altri). Con queste premesse concettuali e interpretative, lo scritto si concentra principalmente su tre punti: il tema della cittadinanza non si esaurisce nella titolarità di diritti e doveri (citzenship) bensì rinvia all’«agire» da cittadini (citizenry); il concetto di cittadinanza e quello di legalità sono intimamente connessi: l’uno è condizione dell’altro, non è possibile essere cittadini nella illegalità né è possibile l’agire illegale senza rinunciare alla cittadinanza; cittadinanza e legalità non sono categorie astratte, né sono indifferenti rispetto ai sistemi politico-istituzionali, bensì fattori determinanti per la qualità della democrazia. Il saggio si conclude, infine, con una riflessione circa il ruolo che, in questo scenario, gioca (o potrebbe giocare) la Scuola come principale agenzia di educazione e formazione dei cittadini.

CITTADINANZA, CULTURA DELLA LEGALITà E QUALITà DELLA DEMOCRAZIA

D'AMICO, Renato
2009-01-01

Abstract

Il frame work di questo scritto può essere riassunto nella dimensione comunitaria del contesto che, al di là del carattere polisemico e per sua natura complesso del termine, fa da riferimento alla cittadinanza e nella quale essa si esplica. Certamente, la centralità del contesto locale implicito nell’idea di cittadinanza ne fa il banco di prova dei processi volti a modificare i modelli di relazioni tra governati e governanti. Al di là degli aspetti amministrativi, il quadro di riferimento è però qui rappresentato dalla natura dei contesti come spazi culturali di vicinanza alle appartenenze sociali e territoriali di ciascun cittadino. Da qui il concetto di cittadinanza multipla e variabile da persona a persona a seconda delle sue appartenenze sentite. Il cittadino è sempre un co-cittadino, una persona, cioè, che vive con altri in una dimensione relazionale che implica la duplice dinamica, da un lato, dell’appartenere (noi), e, dall’altro, del differenziarsi (gli altri). Con queste premesse concettuali e interpretative, lo scritto si concentra principalmente su tre punti: il tema della cittadinanza non si esaurisce nella titolarità di diritti e doveri (citzenship) bensì rinvia all’«agire» da cittadini (citizenry); il concetto di cittadinanza e quello di legalità sono intimamente connessi: l’uno è condizione dell’altro, non è possibile essere cittadini nella illegalità né è possibile l’agire illegale senza rinunciare alla cittadinanza; cittadinanza e legalità non sono categorie astratte, né sono indifferenti rispetto ai sistemi politico-istituzionali, bensì fattori determinanti per la qualità della democrazia. Il saggio si conclude, infine, con una riflessione circa il ruolo che, in questo scenario, gioca (o potrebbe giocare) la Scuola come principale agenzia di educazione e formazione dei cittadini.
2009
978-88-469-2074-4
CITTADINANZA; DEMOCRAZIA; CULTURA DELLA LEGALITà
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/59568
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