Lo scritto esamina la pratica diffusa all'interno delle assemblee politico- legislative di mutamento del gruppo politico di appartenenza da parte degli eletti, comunemente denominata "mobilità parlamentare". Pur nell'accertamento della legittimità di tali cambiamenti, sostenuti dalla libertà del mandato parlamentare enunciata e garantita dall'art. 67 della Costituzione, lo scritto rileva i gravi inconvenienti sotto il profilo politico indotti dalla incontrollata mobilità degli eletti in termini di stabilità del Governo ma anche di tenuta del rapporto rappresentativo. In quest'ottica vengono prospettate soluzioni in grado di conciliare il principio costituzionale del libero mandato parlamentare con una maggiore garanzia di fedeltà dei componenti le assemblee legislative agli elettori e al partito di provenienza, come solitamente rappresentato dal gruppo parlamentare corrispondente, in particolare prospettando l'introduzione anche nell'ordinamento italiano, ad imitazione di esperienze straniere, della figura del parlamentare "non iscritto", attraverso il superamento dell'erroneo convincimento che l'appartenenza ad un gruppo sia per il parlamentare un obbligo costituzionalmente imposto, piuttosto che il semplice portato della disciplina introdotta, sul piano della Costituzione materiale, dai regolamenti parlamentari, che pure - in una prospettiva di de iure condendo - potrebbero oientarsi diversamente.

L’ESERCIZIO DEL MANDATO PARLAMENTARE NELLA DISCIPLINA SUI GRUPPI TRA NORMATIVA VIGENTE ED ESIGENZE DI RIFORMA

CIANCIO, Adriana
2009-01-01

Abstract

Lo scritto esamina la pratica diffusa all'interno delle assemblee politico- legislative di mutamento del gruppo politico di appartenenza da parte degli eletti, comunemente denominata "mobilità parlamentare". Pur nell'accertamento della legittimità di tali cambiamenti, sostenuti dalla libertà del mandato parlamentare enunciata e garantita dall'art. 67 della Costituzione, lo scritto rileva i gravi inconvenienti sotto il profilo politico indotti dalla incontrollata mobilità degli eletti in termini di stabilità del Governo ma anche di tenuta del rapporto rappresentativo. In quest'ottica vengono prospettate soluzioni in grado di conciliare il principio costituzionale del libero mandato parlamentare con una maggiore garanzia di fedeltà dei componenti le assemblee legislative agli elettori e al partito di provenienza, come solitamente rappresentato dal gruppo parlamentare corrispondente, in particolare prospettando l'introduzione anche nell'ordinamento italiano, ad imitazione di esperienze straniere, della figura del parlamentare "non iscritto", attraverso il superamento dell'erroneo convincimento che l'appartenenza ad un gruppo sia per il parlamentare un obbligo costituzionalmente imposto, piuttosto che il semplice portato della disciplina introdotta, sul piano della Costituzione materiale, dai regolamenti parlamentari, che pure - in una prospettiva di de iure condendo - potrebbero oientarsi diversamente.
2009
88-14-14620-9
PARLAMENTO; GRUPPI; MOBILITA'
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/59583
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