Lo studio indaga la possibilità di una ridefinizione della soggettività e del tempo a partire dalla concezione postmoderna di lavoro. Considerando questa ipotesi ipotesi si osserva una diversa possibile ricostruzione dei processi di produzione di conoscenza. Nel fordismo, cifra razionale del moderno, la conoscenza era realmente “incorporata” nell’organizzazione, come precedentemente nelle macchine. La conoscenza postmoderna, come autoproduzione collettiva, ancora sapere, è autonoma e circola nello spazio e nel tempo senza essere incorporata. In realtà, sembra che in questa accezione, la conoscenza non abbia proprietà definibile, al contrario del lavoro, e, soprattutto, abbia una caratteristica invece fortemente temporale, poiché contrariamente al capitale materializzato, che è immutabile, la conoscenza non rimane invariata nel tempo. La conoscenza, così intesa, ha un tempo di diffusione e un tempo collettivo di elaborazione. Inoltre, la velocità è anche la cifra spaziale della conoscenza perché entri nel processo di valorizzazione. Lo stesso lavoro “materiale” nel postfordismo assume una dimensione immateriale, la dimensione di autoproduzione dello stesso lavoratore la cui conoscenza diventa mezzo di produzione ma suscettibile dell’essere messo in comune quale caratteristica non alienante. Si assiste, così, alla presenza di “luoghi” dove il sapere e l’attività sono messi in comune, come la rete. Entra in crisi il concetto di “valore” se, come questa ipotesi interpretativa sembra a suggerire, l’intelligenza collettiva diventa la misura del valore delle merci. L’intelligenza collettiva non è scomponibile in una misurazione unitaria astratta. Di conseguenza, l’unica pratica appropriativa di questo bene risulta il controllo dell’accesso, così come per tutti i beni non riproducibili né scambiabili. Ma, per rispondere adeguatamente alla posizione che vede la conoscenza coincidere col capitale, bisogna ridefinire una questione terminologica che origina dal Marx dei Grundrisse, fino alla contemporanea dfinizione del capitalismo cognitivo in termini di soggettività della moltitudine.

Le temps de l'Empire: travail, subjecitivité, multitude

MAZZONE, Stefania
2006-01-01

Abstract

Lo studio indaga la possibilità di una ridefinizione della soggettività e del tempo a partire dalla concezione postmoderna di lavoro. Considerando questa ipotesi ipotesi si osserva una diversa possibile ricostruzione dei processi di produzione di conoscenza. Nel fordismo, cifra razionale del moderno, la conoscenza era realmente “incorporata” nell’organizzazione, come precedentemente nelle macchine. La conoscenza postmoderna, come autoproduzione collettiva, ancora sapere, è autonoma e circola nello spazio e nel tempo senza essere incorporata. In realtà, sembra che in questa accezione, la conoscenza non abbia proprietà definibile, al contrario del lavoro, e, soprattutto, abbia una caratteristica invece fortemente temporale, poiché contrariamente al capitale materializzato, che è immutabile, la conoscenza non rimane invariata nel tempo. La conoscenza, così intesa, ha un tempo di diffusione e un tempo collettivo di elaborazione. Inoltre, la velocità è anche la cifra spaziale della conoscenza perché entri nel processo di valorizzazione. Lo stesso lavoro “materiale” nel postfordismo assume una dimensione immateriale, la dimensione di autoproduzione dello stesso lavoratore la cui conoscenza diventa mezzo di produzione ma suscettibile dell’essere messo in comune quale caratteristica non alienante. Si assiste, così, alla presenza di “luoghi” dove il sapere e l’attività sono messi in comune, come la rete. Entra in crisi il concetto di “valore” se, come questa ipotesi interpretativa sembra a suggerire, l’intelligenza collettiva diventa la misura del valore delle merci. L’intelligenza collettiva non è scomponibile in una misurazione unitaria astratta. Di conseguenza, l’unica pratica appropriativa di questo bene risulta il controllo dell’accesso, così come per tutti i beni non riproducibili né scambiabili. Ma, per rispondere adeguatamente alla posizione che vede la conoscenza coincidere col capitale, bisogna ridefinire una questione terminologica che origina dal Marx dei Grundrisse, fino alla contemporanea dfinizione del capitalismo cognitivo in termini di soggettività della moltitudine.
2006
2-296-00843-7
tempo; lavoro; moltitudine
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