Il messaggio che gran parte delle seconde generazioni appartenenti alla Rete G2 vogliono trasmettere a chi si mette in contatto con loro sul sito web del movimento, è quello di “essere e sentirsi italiani”, dato che molti sono nati e/o cresciuti in Italia. La resistenza contro chiunque li definisca o ponga al centro di programmi politici, di ricerche, di studi, in qualità di “stranieri” o “immigrati” (siano essi amministratori, studiosi, giornalisti o semplici cittadini italiani) è alla base di reazioni di protesta e disapprovazione, di risposte a volte anche aggressive ad alcuni messaggi trasmessi attraverso il forum. Qualunque sia l’argomento trattato, i protagonisti della Rete G2 ribadiscono innanzitutto la loro “italianità”. Nonostante le prese di posizione, tuttavia, l’apprendistato alla cittadinanza continua ad essere un duro banco di prova per molti ragazzi che si avvicinano alla soglia della maggiore età. Numerosi sono gli appelli, i comunicati, gli articoli e le lettere, inviate anche al Presidente della Repubblica, affinché venga modificata l’attuale legge di concessione della cittadinanza. Eppure, a cominciare dalle politiche di integrazione scolastica, le seconde generazioni sono ancora incluse nel novero degli “stranieri” e, come tali, risultano soggette a proposte di legge che vorrebbero trattarle alla stregua di persone non ancora “abili alla cittadinanza”. L’articolo cerca di mettere in luce i paradossi dell’attuale posizione non solo giuridica, ma anche identitaria, politica, sociale delle seconde generazioni dell’immigrazione in Italia a partire dal quotidiano dispiegarsi degli sforzi compiuti da questi giovani per entrare, a pieno titolo, nell’arena deliberativa in cui si decide la loro controversa agency pubblica.
Apprendistato e cittadinanza. Che fatica per le Seconde Generazioni!
BENADUSI, Mara
2012-01-01
Abstract
Il messaggio che gran parte delle seconde generazioni appartenenti alla Rete G2 vogliono trasmettere a chi si mette in contatto con loro sul sito web del movimento, è quello di “essere e sentirsi italiani”, dato che molti sono nati e/o cresciuti in Italia. La resistenza contro chiunque li definisca o ponga al centro di programmi politici, di ricerche, di studi, in qualità di “stranieri” o “immigrati” (siano essi amministratori, studiosi, giornalisti o semplici cittadini italiani) è alla base di reazioni di protesta e disapprovazione, di risposte a volte anche aggressive ad alcuni messaggi trasmessi attraverso il forum. Qualunque sia l’argomento trattato, i protagonisti della Rete G2 ribadiscono innanzitutto la loro “italianità”. Nonostante le prese di posizione, tuttavia, l’apprendistato alla cittadinanza continua ad essere un duro banco di prova per molti ragazzi che si avvicinano alla soglia della maggiore età. Numerosi sono gli appelli, i comunicati, gli articoli e le lettere, inviate anche al Presidente della Repubblica, affinché venga modificata l’attuale legge di concessione della cittadinanza. Eppure, a cominciare dalle politiche di integrazione scolastica, le seconde generazioni sono ancora incluse nel novero degli “stranieri” e, come tali, risultano soggette a proposte di legge che vorrebbero trattarle alla stregua di persone non ancora “abili alla cittadinanza”. L’articolo cerca di mettere in luce i paradossi dell’attuale posizione non solo giuridica, ma anche identitaria, politica, sociale delle seconde generazioni dell’immigrazione in Italia a partire dal quotidiano dispiegarsi degli sforzi compiuti da questi giovani per entrare, a pieno titolo, nell’arena deliberativa in cui si decide la loro controversa agency pubblica.File | Dimensione | Formato | |
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