The essay stems from the question raised in the 1980s by G.C. Spivak: Can the Subaltern Speak? and is based on documents of the Society of Missionaries of Africa. We study firstly the colonized population who lived in the Tunisian bled (Saint-Joseph-de-Thibar). Strategies of resistance, even if discreet, have been deployed by “natives”. Through the writings of the White Fathers (diaries, correspondence, etc.) it is possible to hear these voices from below. Then, the dichotomy dominant/subaltern is combined with a gender perspective, in order to observe hierarchies inside the European religious community.

Il saggio prende le mosse dall’interrogativo sollevato negli anni Ottanta da G.C. Spivak: Can the Subaltern Speak? ed è basato su documenti della Società dei Missionari d’Africa. L’attenzione è rivolta, in primo luogo, alla popolazione colonizzata del bled tunisino (Saint-Joseph-de-Thibar), a cui sono riconducibili strategie di resistenza, anche se discrete. Attraverso gli scritti dei Padri Bianchi (diari, corrispondenza, ecc.) è possibile sentire queste voci dal basso. Successivamente, la dicotomia dominante/subalterno è combinata con una prospettiva di genere, al fine di osservare le gerarchie interne alla comunità religiosa europea.

À la recherche des voix des “subalternes”: le cas de Thibar vu à travers les archives des Missionnaires d’Afrique

MELFA D.
2009-01-01

Abstract

The essay stems from the question raised in the 1980s by G.C. Spivak: Can the Subaltern Speak? and is based on documents of the Society of Missionaries of Africa. We study firstly the colonized population who lived in the Tunisian bled (Saint-Joseph-de-Thibar). Strategies of resistance, even if discreet, have been deployed by “natives”. Through the writings of the White Fathers (diaries, correspondence, etc.) it is possible to hear these voices from below. Then, the dichotomy dominant/subaltern is combined with a gender perspective, in order to observe hierarchies inside the European religious community.
2009
9782811101633
Il saggio prende le mosse dall’interrogativo sollevato negli anni Ottanta da G.C. Spivak: Can the Subaltern Speak? ed è basato su documenti della Società dei Missionari d’Africa. L’attenzione è rivolta, in primo luogo, alla popolazione colonizzata del bled tunisino (Saint-Joseph-de-Thibar), a cui sono riconducibili strategie di resistenza, anche se discrete. Attraverso gli scritti dei Padri Bianchi (diari, corrispondenza, ecc.) è possibile sentire queste voci dal basso. Successivamente, la dicotomia dominante/subalterno è combinata con una prospettiva di genere, al fine di osservare le gerarchie interne alla comunità religiosa europea.
Subaltern Studies; colonialism; Catholic mission; Tunisia; Gender Studies
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