Ogni partita di un gioco prevede il fronteggiamento di opposte fazioni. I giocatori si contendono una vittoria, un trofeo, un dominio l’u- no sull’altro. Ma ogni gioco, con un suo codice interno di regole, è anche un linguaggio: uno strumento di comunicazione e di dialogo tra giocatori; un discorrere attraverso gesti, mosse, figure, simboli, sguardi. Così è anche per il gioco degli scacchi: un dialogo silenzioso in- torno a un tavolo da gioco, tra due contendenti. L’argomento del contendere, che i giocatori ne siano coscienti o meno, è la vita stessa. Come per Antonius Block e la Morte in Il settimo sigillo di Bergman; come per Frank Poole e hal 9000 in 2001: Odissea nello spazio; come per Roy e il suo creatore Tyrell in Blade Runner. Così come per Marco Polo e Kublai Kan: due stranieri l’uno per l’altro, che nel linguaggio degli scacchi trovano lo spazio comune per un dialogo e un confronto, il terreno di scambio di pensieri, idee, visioni del mondo, il luogo in cui è possibile superare i limiti imposti dalla lingua.

Una partita a scacchi

Foti F
2024-01-01

Abstract

Ogni partita di un gioco prevede il fronteggiamento di opposte fazioni. I giocatori si contendono una vittoria, un trofeo, un dominio l’u- no sull’altro. Ma ogni gioco, con un suo codice interno di regole, è anche un linguaggio: uno strumento di comunicazione e di dialogo tra giocatori; un discorrere attraverso gesti, mosse, figure, simboli, sguardi. Così è anche per il gioco degli scacchi: un dialogo silenzioso in- torno a un tavolo da gioco, tra due contendenti. L’argomento del contendere, che i giocatori ne siano coscienti o meno, è la vita stessa. Come per Antonius Block e la Morte in Il settimo sigillo di Bergman; come per Frank Poole e hal 9000 in 2001: Odissea nello spazio; come per Roy e il suo creatore Tyrell in Blade Runner. Così come per Marco Polo e Kublai Kan: due stranieri l’uno per l’altro, che nel linguaggio degli scacchi trovano lo spazio comune per un dialogo e un confronto, il terreno di scambio di pensieri, idee, visioni del mondo, il luogo in cui è possibile superare i limiti imposti dalla lingua.
2024
978-88-229-2164-2
città, invisibili, Calvino, partita, urbano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/617990
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