Il presente contributo intende soffermarsi su due figure così vicine, così lontane: il brigante e il partigiano. Due protagonisti, per molti versi, leggendari che hanno popolato l’immaginario giuridico e storico-letterario otto-novecentesco e si presentano difficilmente irreggimentabili all’interno di un ristretto ambito disciplinare e/o categoriale. Ciononostante, non sono mancati dei tentativi di tracciarne gli elementi caratteristici a partire dal fatto che si tratta, per lo più, di due soggetti irregolari, nel senso che entrambi si muovono dentro-fuori la sfera della legalità cercando - per quanto possibile - di sfuggire alle maglie della legge. Basti pensare a due scritti, più o meno, coevi: Primitive Rebels (1959) dello storico Eric J. Hobsbawm che, nel tratteggiare i lineamenti fondamentali del banditismo sociale, evidenzia anche alcune peculiarità del brigante [cfr. anche Bandits (1969)] e Theorie des Partisanen (1963) del giurista Carl Schmitt che elabora una fenomenologia del partigiano individuandone una serie di tratti precipui. Attraverso un serrato confronto ermeneutico tra i due testi citati cercheremo di evidenziare affinità e divergenze sotto il profilo giusfilosofico tra queste due straordinarie figure di combattenti.
Il brigante e il partigiano. Un’analisi giusfilosofica
Cavallo, Riccardo
2024-01-01
Abstract
Il presente contributo intende soffermarsi su due figure così vicine, così lontane: il brigante e il partigiano. Due protagonisti, per molti versi, leggendari che hanno popolato l’immaginario giuridico e storico-letterario otto-novecentesco e si presentano difficilmente irreggimentabili all’interno di un ristretto ambito disciplinare e/o categoriale. Ciononostante, non sono mancati dei tentativi di tracciarne gli elementi caratteristici a partire dal fatto che si tratta, per lo più, di due soggetti irregolari, nel senso che entrambi si muovono dentro-fuori la sfera della legalità cercando - per quanto possibile - di sfuggire alle maglie della legge. Basti pensare a due scritti, più o meno, coevi: Primitive Rebels (1959) dello storico Eric J. Hobsbawm che, nel tratteggiare i lineamenti fondamentali del banditismo sociale, evidenzia anche alcune peculiarità del brigante [cfr. anche Bandits (1969)] e Theorie des Partisanen (1963) del giurista Carl Schmitt che elabora una fenomenologia del partigiano individuandone una serie di tratti precipui. Attraverso un serrato confronto ermeneutico tra i due testi citati cercheremo di evidenziare affinità e divergenze sotto il profilo giusfilosofico tra queste due straordinarie figure di combattenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.