Il “diritto vivente” e l’interpretazione analogica a presidio della costituzionalità del regime transitorio in materia di pene sostitutive.

The involuntary gap in the law, highlighted by the referring judge, allows the Constitutional Court, by resorting to the “law in action” and the analogical interpretation, to remedy the reported deficits in the constitutionality of the transitional legislation regarding alternative penalties. The reductio ad constitutionem, through interpretation, of this intertemporal regime — as well as the widespread operation of the overall regulatory network of reference — needs, however, to be accompanied by a decisive cultural adherence to a sanctioning dimension finally freed from an atavistic prison-centrism.

La natura involontaria della lacuna normativa, evidenziata dal giudice rimettente, consente alla Corte costituzionale, ricorrendo al “diritto vivente” e all’interpretazione analogica, di rimediare ai denunciati deficit di costituzionalità della disciplina transitoria in materia di pene sostitutive. La reductio ad constitutionem, per via interpretativa, di questo regime intertemporale — così come la diffusa operatività del complessivo reticolo normativo di riferimento — necessita, comunque, di essere accompagnata da una decisa adesione culturale a una dimensione sanzionatoria finalmente affrancata da un atavico carcero-centrismo.