Nel periodo neonatale la trombosi era ritenuto un evento raro ma oggi è divenuto un problema emergente che sta ricevendo maggiore attenzione da parte della comunità scientifica internazionale, infatti in quest’epoca di vita la trombosi neonatale (TN) è particolarmente complicata, a causa dalla scarsità di studi epidemiologici eseguiti sui neonati, dalla severità degli esiti e spesso dalla tardiva diagnosi. In Italia 1-3 su 4000 neonati sono colpiti da malattie da TN. Per lo stroke l’incidenza appare in aumento: 18 neonati su 100000, e 2–8 bambini su 100000, per anno. Nei registri di Canada e Germania l’incidenza è rispettivamente di 2.4/1000 e di 5.1/100000. La trombosi è definita come una ostruzione completa del vaso e si parla di trombosi cerebrale quando il coagulo si forma in vasi sanguigni del cervello spesso preceduta dai cosiddetti Attacchi Ischemici Transitori che possono costituirne i segni premonitori. La presenza di asfissia, setticemia, disidratazione, diabete materno e anormalità ascrivibili a Antitrombina e Proteina C sono associate a TN spontanee. È importante evidenziare dunque che prevenzione e diagnosi precoce sono essenziali nella gestione della TN poiché il trombo nelle prime 48h può migrare dando luogo a embolie polmonari spesso mortali mentre dopo le 48h il trombo aderisce alle pareti venose riducendo le possibilità di migrazione, tuttavia, anche in questo caso gli esiti sono spesso severi (deficit neurologici). In Italia ancora non sono disponibili dati epidemiologici sulla TN su base nazionale, ma solo casistiche di pazienti. Il Registro Italiano Trombosi Infantile è nato solo recentemente a causa del trend in crescita dell’incidenza delle TN, purtroppo però, esso non include nel suo staff la figura dell’igienista che invece rappresenta la figura cardine di tutti gli altri registri di patologia. Le attuali raccomandazioni terapeutiche si basano su piccoli trial non randomizzati (che hanno fortemente condizionato negativamente la forza delle raccomandazioni), studi e linee guida fatti sull’adulto. Il trend in aumento dell’incidenza in Italia ed all’estero di trombosi neonatale pertanto impone alla comunità scientifica di definire assolutamente: le popolazioni a rischio, la profilassi, e un migliore e condiviso approccio terapeutico mediante trials pediatrici. Sono dunque assolutamente necessari: studi epidemiologici prospettici su popolazioni di pazienti che utilizzino un sistema di classificazione condiviso e parametri di valutazione dei fattori di rischio che pongano le basi per lo sviluppo di strategie terapeutiche ma soprattutto preventive,e che permettano di definire delle univoche caratteristiche epidemiologiche per la TN.

La Trombosi neonatale. Un profondo Gap nella prevenzione delle malattie sistemiche e cerebrovascolari neonatali.

OLIVERI CONTI, GEA MARZIA;FERRANTE, Margherita
2011-01-01

Abstract

Nel periodo neonatale la trombosi era ritenuto un evento raro ma oggi è divenuto un problema emergente che sta ricevendo maggiore attenzione da parte della comunità scientifica internazionale, infatti in quest’epoca di vita la trombosi neonatale (TN) è particolarmente complicata, a causa dalla scarsità di studi epidemiologici eseguiti sui neonati, dalla severità degli esiti e spesso dalla tardiva diagnosi. In Italia 1-3 su 4000 neonati sono colpiti da malattie da TN. Per lo stroke l’incidenza appare in aumento: 18 neonati su 100000, e 2–8 bambini su 100000, per anno. Nei registri di Canada e Germania l’incidenza è rispettivamente di 2.4/1000 e di 5.1/100000. La trombosi è definita come una ostruzione completa del vaso e si parla di trombosi cerebrale quando il coagulo si forma in vasi sanguigni del cervello spesso preceduta dai cosiddetti Attacchi Ischemici Transitori che possono costituirne i segni premonitori. La presenza di asfissia, setticemia, disidratazione, diabete materno e anormalità ascrivibili a Antitrombina e Proteina C sono associate a TN spontanee. È importante evidenziare dunque che prevenzione e diagnosi precoce sono essenziali nella gestione della TN poiché il trombo nelle prime 48h può migrare dando luogo a embolie polmonari spesso mortali mentre dopo le 48h il trombo aderisce alle pareti venose riducendo le possibilità di migrazione, tuttavia, anche in questo caso gli esiti sono spesso severi (deficit neurologici). In Italia ancora non sono disponibili dati epidemiologici sulla TN su base nazionale, ma solo casistiche di pazienti. Il Registro Italiano Trombosi Infantile è nato solo recentemente a causa del trend in crescita dell’incidenza delle TN, purtroppo però, esso non include nel suo staff la figura dell’igienista che invece rappresenta la figura cardine di tutti gli altri registri di patologia. Le attuali raccomandazioni terapeutiche si basano su piccoli trial non randomizzati (che hanno fortemente condizionato negativamente la forza delle raccomandazioni), studi e linee guida fatti sull’adulto. Il trend in aumento dell’incidenza in Italia ed all’estero di trombosi neonatale pertanto impone alla comunità scientifica di definire assolutamente: le popolazioni a rischio, la profilassi, e un migliore e condiviso approccio terapeutico mediante trials pediatrici. Sono dunque assolutamente necessari: studi epidemiologici prospettici su popolazioni di pazienti che utilizzino un sistema di classificazione condiviso e parametri di valutazione dei fattori di rischio che pongano le basi per lo sviluppo di strategie terapeutiche ma soprattutto preventive,e che permettano di definire delle univoche caratteristiche epidemiologiche per la TN.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/63082
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