The largest public collections of Mesopotamian incantation bowls are held at the Iraq Museum in Baghdad (Iraq), the British Museum in London (United Kingdom), and the University of Pennsylvania Museum in Philadelphia (United States). There are also countless smaller collections, such as the one hosted by the Museo Nazionale d’Arte Orientale in Rome. Both public institutions and private collectors have often found these items on the antiquities market, where these objects still enjoy considerable success. I recently had the opportunity to visit a private collection of incantation bowls preserved in Milan. This includes four bowls of modest size, all characterized by a sharp deterioration of the clay that has deeply affected the inner surfaces of the vessels. One of these artifacts, however, presents some lines of text and, in addition to the formula, a drawing on the bottom of the concave inside depicting a snake biting its own tail. The text is distributed into 5 concentric lines from the bottom of the bowl. As already observed for the entire collection, in some areas the surface of the object has suffered abrasions and has deteriorated, making it difficult and sometimes impossible to read the text. The Square script indicates that the language of the text is Jewish Babylonian Aramaic.

Le maggiori collezioni pubbliche di coppe magiche mesopotamiche sono conservate presso l’Iraq Museum di Bagdad (Iraq), il British Museum di Londra (Regno Unito), il Museo della Pennsylvania University di Philadelphia (Stati Uniti). Esistono inoltre innumerevoli collezioni di minore consistenza numerica, quale quella ospitata dal Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma. Sia le istituzioni pubbliche che i collezionisti privati hanno spesso reperito questi oggetti sul mercato antiquario, dove tali manufatti hanno goduto e godono di un notevole successo. Ho avuto recentemente l’opportunità di esaminare una collezione privata di coppe magiche conservata a Milano. Si tratta di un insieme di quattro esemplari di modeste dimensioni, tutti caratterizzati da un forte deterioramento dell’argilla che ha intaccato profondamente le superfici iscritte. Uno di questi manufatti, tuttavia, presenta alcune linee di testo e, oltre alla formula, un disegno sul fondo della concavità interna raffigurante un serpente che si morde la coda. Il testo è distribuito in 5 linee concentriche a partire dal fondo interno del bacino. Come si è già osservato per l’insieme della collezione, in alcuni settori la superficie dell’oggetto ha subito abrasioni e si è deteriorata, il che rende difficile e in alcuni casi impossibile la lettura dell’iscrizione. La scrittura aramaica quadrata indica che la lingua utilizzata è l’aramaico babilonese delle comunità ebraiche (normalmente definito aramaico giudaico babilonese).

Peculiarità linguistiche in una coppa magica aramaica inedita

MORIGGI, MARCO
2005-01-01

Abstract

The largest public collections of Mesopotamian incantation bowls are held at the Iraq Museum in Baghdad (Iraq), the British Museum in London (United Kingdom), and the University of Pennsylvania Museum in Philadelphia (United States). There are also countless smaller collections, such as the one hosted by the Museo Nazionale d’Arte Orientale in Rome. Both public institutions and private collectors have often found these items on the antiquities market, where these objects still enjoy considerable success. I recently had the opportunity to visit a private collection of incantation bowls preserved in Milan. This includes four bowls of modest size, all characterized by a sharp deterioration of the clay that has deeply affected the inner surfaces of the vessels. One of these artifacts, however, presents some lines of text and, in addition to the formula, a drawing on the bottom of the concave inside depicting a snake biting its own tail. The text is distributed into 5 concentric lines from the bottom of the bowl. As already observed for the entire collection, in some areas the surface of the object has suffered abrasions and has deteriorated, making it difficult and sometimes impossible to read the text. The Square script indicates that the language of the text is Jewish Babylonian Aramaic.
2005
88-901340-1-1
Le maggiori collezioni pubbliche di coppe magiche mesopotamiche sono conservate presso l’Iraq Museum di Bagdad (Iraq), il British Museum di Londra (Regno Unito), il Museo della Pennsylvania University di Philadelphia (Stati Uniti). Esistono inoltre innumerevoli collezioni di minore consistenza numerica, quale quella ospitata dal Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma. Sia le istituzioni pubbliche che i collezionisti privati hanno spesso reperito questi oggetti sul mercato antiquario, dove tali manufatti hanno goduto e godono di un notevole successo. Ho avuto recentemente l’opportunità di esaminare una collezione privata di coppe magiche conservata a Milano. Si tratta di un insieme di quattro esemplari di modeste dimensioni, tutti caratterizzati da un forte deterioramento dell’argilla che ha intaccato profondamente le superfici iscritte. Uno di questi manufatti, tuttavia, presenta alcune linee di testo e, oltre alla formula, un disegno sul fondo della concavità interna raffigurante un serpente che si morde la coda. Il testo è distribuito in 5 linee concentriche a partire dal fondo interno del bacino. Come si è già osservato per l’insieme della collezione, in alcuni settori la superficie dell’oggetto ha subito abrasioni e si è deteriorata, il che rende difficile e in alcuni casi impossibile la lettura dell’iscrizione. La scrittura aramaica quadrata indica che la lingua utilizzata è l’aramaico babilonese delle comunità ebraiche (normalmente definito aramaico giudaico babilonese).
Jewish Babylonian Aramaic; Mesopotamian Incantation Bowls; Aramaic Dialectology
Aramaico giudaico babilonese; Coppe magiche mesopotamiche; Dialettologia aramaica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/63329
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